Berlino tra freelance e start-up. Il futuro dell’hi-tech è spuntato dalle macerie del muro.
SegnaleZero continua a parlare di Berlino. E oggi ospita una persona che conosce molto bene la capitale tedesca. Stiamo parlando di Lorenzo, del Team Italia della start-up berlinese twago, piattaforma di outsourcing online per freelance (web designer, copywriter, programmatori, traduttori).
Quando uscì il libro “Wir nennen es Arbeit. Die digitale Boheme” Boheme“si era forse solo agli inizi. Noi lo chiamiamo lavoro, dicevano gli autori Holm Friebe e Sascha Lobo rivendicando il valore del loro ruolo nel mercato. Ma più che altro è stata la seconda parte del titolo a trasformarsi in un cult: La Boheme Digitale. Talenti giovani e giovanissimi, portatori di conoscenze all’avanguardia, capaci di mettersi sul mercato in maniera non convenzionale, ecco di chi si parlava. Lavoratori diversi e, per essere precisi, lavoratori freelance. Così come una vera economia era quella digitale, per chi non lo avesse ancora capito. E chi si era concesso la presunzione di storcere il naso poco fa, oggi certamente tace. C’è forse ancora qualcuno pronto a negare il valore della produzione e degli scambi in rete?
Una boheme digitale non poteva che nascere a Berlino, città storicamente creativa, fin dai bohemienne squattrinati e affamati degli anni Venti del Novecento. Città per artisti, sempre e comunque, anche oggi, anche con i cambiamenti che la tecnologia ha portato nell’arte. Berlino, una città dove la storia contemporanea è stata e rimane viva e dove oggi si fa una nuova storia dell’IT e di una nuova orrizonatlità democratica in rete. L’irrompere di una generazione digitale sta agendo su tutta la città, non solo negli uffici.
La Boheme Digitale è stata probabilmente la vera protagonista del passaggio dalla Berlino alternativa, classicamente bohemienne degli anni Novanta a quella che oggi, nel secondo decennio degli anni Duemila, è diventata la “prima meta per le start-up” capace di fare le scarpe a Londra (Techcrunch) o, meglio ancora, “la Mecca delle Start-up” (Der Spiegel). Se un tempo Berlino era “povera ma sexy” ora è certamente sempre sexy, ma meno povera. Anzi, sembra essere destinata a diventare “diversamente ricca”, laddove la ricchezza è legata alla possibilità di nuove prospettive ed è aperta ad idee meritevoli che guardano avanti. Berlino ha aperto le porte al webmarketing e a chi voglia scommettere su di esso.
Sulle rive della Sprea si sta verificando una crescita di innovative start-up hi-tech che non sembra volersi fermare. In questo Berlino è ancora tedesca: quando si fanno le cose, si fanno per bene, e al 100%. La stessa cosa vale per la proverbiale solidità e lungimiranza del mercato tedesco. Già da
alcuni anni gli investitori hanno scelto Berlino per investire su diverse start-up, e ora che i risultati iniziano ad essere molto evidenti, il trend è in notevole crescita.
Ma gli investitori non sono solo tedeschi. Sono numerosi anche gli investitori internazionali che scommettono sulle start-up berlinesi. Non potrebbe essere altrimenti. Berlino è tedesca, si diceva, ma non solo. Berlino è il nuovo polo cosmopolita e internazionale d’Europa. Tedesco come lingua madre e inglese come lingua universale si intrecciano in ogni angolo, in ogni caffè, in ognuno dei luoghi informali che costituiscono l’ambiente ideale per molteplici forme di creatività. La lingua inglese è il solo modo sicuro per comunicare in una realtà dove la popolazione provenie da 195 paesi differenti, in un melting-pot di modi di vivere e idee che ha portato a risultati a dir poco interessanti. Un melting-pot dove, per i pochi che non lo sapessero, il contributo italiano è decisamente alto e di valore.
E allora, se volete sapere cos’è oggi quella Boheme Digitale, date un’occhiata alla piattaforma (in lingua inglese) Silicon Allee, che è soltanto un esempio della nuova fiorente crescita delle start-up berlinesi. E se volete vedere i protagonisti, magari freelance, di questa nuova era, fate un salto al caffé dei blogger, il St. Oberholz.
Non dimenticate il vostro laptop prima di perdervi per Berlino e scoprite come la capitale tedesca sia oggi diventata la capitale dei lavoratori del web, del loro sapere, delle loro capacità, delle loro enormi potenzialità.

Consulente per la comunicazione digitale. Mi occupo di Content Strategy, Content Marketing e Storytelling. Aiuto i miei clienti a progettare narrazioni e contenuti digitali che funzionano e portano risultati misurabili. Il mio approccio è media neutral: utilizzo indifferentemente testi, immagini e video per creare valore tangibile. Organizzo corsi di formazione in azienda, insegno presso l’Istituto Europeo di Design di Milano. Ho condensato parte del mio metodo di lavoro nel volume “Manuale di scrittura digitale creativa e consapevole” (Flaccovio, 2016), con l’obiettivo di aiutarti a produrre contenuti di livello eccezionale.
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