Corporate Storytelling. Come creare la propria narrazione aziendale

Lo Storytelling d’impresa non è semplicemente la creazione di una o più storie riguardanti l’azienda, i suoi prodotti o i suoi servizi. Se affrontato nel modo corretto può essere molto di più. Certo, il punto di uscita finale sono storie aziendali che riguardano una società alle prese con il mercato e il mondo in cui essa si muove, cresce e si racconta: non a caso si parla dello Storytelling come dell’incontro tra Marketing e principi della narrazione.
Si tratta quindi di una tecnica innovativa per promuovere l’azienda attraverso il racconto, questo è vero.
Tuttavia, è limitante descrivere lo Storytelling come un modo per produrre contenuti creativi e colpire l’attenzione dell’interlocutore. È un modo di organizzare il racconto aziendale, certo, ma proprio per questo motivo ha molto più a che fare con la narrativa che con la persuasione in senso stretto. Le storie aziendali, sotto questo aspetto, sono il punto di arrivo di un percorso che tocca da vicino alcuni aspetti fondamentali:
- Il modo in cui l’azienda comunica con i propri interlocutori
- Il modo in cui l’azienda percepisce se stessa e di conseguenza si propone sul mercato
- Il modo in cui l’azienda analizza il mercato e lo racconta agli interessati
- Il modo in cui l’azienda viene riconosciuta e compresa da consumatori, partner, fornitori
E non dimentichiamo l’elemento più importante per imprenditori e manager:
Lo Storytelling in azienda ha un preciso effetto positivo sul business aziendale.
Un progetto di Corporate Storytelling porta risultati tangibili al Marketing aziendale, alla Comunicazione interna ed esterna e, più in generale, a tutti i reparti attraverso i quali transitano informazioni da e verso l’azienda. Vi sono alcuni casi in cui anche le Risorse umane hanno risentito positivamente dell’impatto di una nuova strategia di Storytelling aziendale, e questo è accaduto perché i candidati hanno cominciato a percepire in modo diverso la natura dell’azienda, le sue potenzialità, ma anche il significato stesso dell’essere suoi dipendenti, consulenti o collaboratori.
Pertanto, in prima istanza possiamo dire che:
Oltre che a fare bene al Marketing aziendale e alle vendite (se proprio vogliamo dirla tutta), Storytelling è un’operazione culturale destinata a rendere l’azienda un po’ più simile a una community al cui interno le persone si confrontano, crescono e creano valore. Naturalmente.
Cos’è lo Storytelling, perché funziona e come mai non si può farne a meno
Uno studio molto interessante sullo Storytelling condotto qualche anno fa ha dimostrato che pubblico e consumatori vogliono nuove relazioni con aziende e brand. Queste relazioni devono essere guidate da quattro elementi:
- Immersività
- Interattività
- Integrazione
- Impatto
Immersività e Interattività aiutano a entrare nel flusso della storia, mentre Integrazione e Impatto a far emergere la storia dal supporto che la contiene (un libro, un film, un sito Web, un blog aziendale) e a integrarsi con le nostre vite. Dalla combinazione di questi elementi nascono esperienze immersive, che è facile e bello ricordare e che siamo naturalmente propensi a condividere con la nostra cerchia di amici: questo è, ad esempio, il principio delle narrazioni convergenti e del Transmedia Storytelling. Ma c’è di piu.
Quando chiediamo a qualcuno di sviluppare un nuovo modo per interagire con le storie, anche quelle che riguardano la propria vita personale, più della metà delle persone tende a considerare il mondo reale come una delle piattaforme disponibili per raccontare. Ciò lo si deve essenzialmente all’impatto e all’integrazione tra realtà aumentata, 3D e altre tecnologie che hanno limato sempre più il confine tra reale e digitale.
Questo elemento, unito al desiderio di entrare in contatto con marchi e aziende su basi collaborative e interattive, apre a orizzonti insospettabili per lo Storytelling e le narrazioni aziendali. Quasi il 70% dei consumatori chiede che la comunicazione aziendale venga organizzata sulla base di una storyline sulla quale poter incidere con le proprie azioni e opinioni. Infine, stanno cambiando anche le dinamiche attraverso cui siamo più propensi ad accordare il nostro consenso a un’iniziativa o perfino a finanziarla. Lo studio in questione ha qualche anno, eppure già allora prediceva il successo di piattaforme come Kickstarter o fenomeni come la sharing economy.
Questi motivi sono più che sufficienti per dire che lo Storytelling non è solo una leva molto importante per la comunicazione, specie aziendale, ma rappresenta una possibilità irrinunciabile per entrare in contatto con il proprio pubblico di riferimento.
Storytelling e impatto psicologico delle storie sulla mente umana
Ma ci sono motivi ben più reconditi a spiegare la potenza dello Storytelling. Molti studi condotti in passato hanno spiegato qual è il potere delle storie sulla mente umana. In particolare, si è visto che a un livello molto profondo della nostra coscienza, non siamo del tutto in grado di distinguere nitidamente tra qualcosa che ci è accaduto davvero e qualcosa che abbiamo sentito raccontare o visto rappresentare su uno schermo. Ciò si deve alla particolare predisposizione del cervello umano ad apprendere dall’ambiente circostante: per questo motivo immergerci in una storia modifica la percezione del mondo, interiore ed esteriore che sia.
Altri studi si sono concentrati sull’attività cerebrale di persone intente a leggere una storia che aveva come protagonista un tale impegnato a compiere azioni piuttosto semplici, come guardarsi attorno o raccogliere un oggetto da terra. Si è visto che i neuroni responsabili del movimento delle mani si attivavano quando il protagonista della storia raccoglieva un oggetto da terra, così come facevano i neuroni responsabili dell’elaborazione delle informazioni sensoriali quando lo stesso protagonista si guardava attorno.
Questi esempi dimostrano l’esistenza di un territorio connettivo che, già a livello inconscio, ci mette a stretto contatto con le storie che ci circondando. Apprendiamo grazie alle storie, regoliamo la nostra attività mentale grazie alle storie. È molto probabile che sia giunto il momento in cui ci relazioniamo con prodotti, servizi e marchi grazie a storie aziendali ben confezionate.
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Le persone ti seguono e ti comprano se sai dire chi sei.
e all’estero, e pensato per portare risultati tangibili?
I risultati immediati di una strategia di Storytelling
Basandomi sulla mia esperienza a fianco di aziende o liberi professionisti alla ricerca di un nuovo modo di raccontarsi e comunicare, posso senz’altro dire che vi sono alcuni vantaggi istantanei nell’adottare un piano strategico e creativo di Storytelling. Vediamoli assieme:
- Una nuova percezione dei prodotti o dei servizi da parte dei consumatori o degli interlocutori, che sono naturalmente attratti da contenuti organizzati attorno al format della storia.
- La nuova veste dei contenuti permette loro di essere ricordati meglio e, quindi, di essere trasmessi ad altre persone. Non parlo mai di viralità, perché essa dipende anche da altri fattori (quali, ad esempio, gli investimenti in Ads), ma di certo parlo di forza e pervasività del messaggio comunicato, che grazie all’adozione di tecniche di Storytelling aziendale aumenta a dismisura.
- Una migliore organizzazione della produzione di contenuti. Lo Storytelling aiuta a rendere la Content Strategy e il Content Marketing più creativi, li rafforza, rafforza i messaggi prodotti e rende i contenuti memorabili.
- Una migliore definizione del ruolo dell’azienda nel mercato, grazie anche alla produzione di contenuti di qualità o alla gestione di particolari operazioni di Brand Journalism che, altrimenti, risulterebbero decontestualizzate e, per certi versi, prive di riferimento.
- Un aiuto enorme nell’individuazione del Tone of Voice corretto con cui comunicare l’azienda, che viene trasformata in un enorme racconto da divulgare agli interlocutori.
- Una capacità decisamente accresciuta di raccontare Mission, Vision e messaggio differenziante dell’azienda in modo creativo: praticamente un aiuto enorme in termini di posizionamento di marca.
- Una maggiore disponibilità di contenuti creativi per il sito Web, il corporate blog. Lo Storytelling aiuta inoltre chi si occupa di scrivere per i social media aziendali, oppure di comporre la newsletter aziendale.
- Un aiuto enorme nella realizzazione degli storyboard per i video aziendali, nella scrittura creativa dei company profile e perfino nella gestione degli eventi.
- Un contributo enorme nella stesura di testi persuasivi utili all’azienda per trovare nuovi clienti o fidelizzare quelli esistenti e vendere di più.
Potrebbe bastare così, ma devo specificare che questi sono solo i principali vantaggi del portare lo Storytelling in azienda. Ve ne sono molti altri che dipendono dalle circostanze, dagli obiettivi specifici e dal periodo vissuto dall’azienda stessa, per cui l’elenco è molto più lungo di quello (già così assai soddisfacente) che ho stilato fin qui.
Lo Storytelling permetterà alla tua azienda di esistere anche in futuro: ecco spiegato il perché
Non voglio entrare in disquisizioni strane su cosa è diventata la società odierna perché ci porterebbe lontano. Mi limito solo a dire che una delle caratteristiche fondamentali dello scenario odierno è la fine delle grandi narrazioni, concetto che trovo particolarmente vero nel descrivere un processo progressivo di disgregazione dei miti e dei simboli che compongono la società e le danno la linfa necessaria per dirsi tale. Quando qualcuno là fuori parla impropriamente di “populismo”, sta sbagliando nome per indicare un processo irreversibile e figlio dei nostri tempi: la frammentazione dell’immaginario collettivo. Senza entrare in ulteriori dettagli, che cosa significa per un’azienda questa frammentazione? Per punti:
- Uno scenario mediatico sbriciolato che non fa capire attraverso quali canali intercettare i potenziali consumatori e, soprattutto, come convincerli a comprare qualcosa.
- Uno scenario di consumo diviso in tanti piccoli rivoli, all’interno del quale il consumatore si muove in modo sempre più autonomo.
- Uno scenario in cui la pubblicità tradizionale produce messaggi sempre più deboli, difficili da misurare e dai ritorni talvolta incerti.
- Uno scenario tecnologico diviso in decine di piattaforme e canali su cui intercettare i consumatori è sempre più difficile, e a volte costoso.
All’interno di questo schema, sono venuti meno i “contratti” che legano le persone alle altre. Ma anche quelli che legano le persone a un universo simbolico di riconoscimento che è dato per fisso e immutabile. Ciò vuol dire che è sempre più difficile per un’azienda trattenere il consumatore nel lungo periodo, e questo è un bel problema se si vuole fare business, vendere, crescere.
Il Content Marketing ci dice che producendo contenuti che descrivono caratteristiche, utilizzi e benefit di prodotti o servizi è possibile coinvolgere i lettori e farli diventare potenziali clienti. Questo è vero, ma non nel lungo periodo. Una strategia di questo tipo – almeno per come viene affrontata nel 99% dei casi là fuori – può facilmente portare alla produzione di contenuti (blog, newsletter, podcast ecc.) che alimentano il “sovraccarico informativo” e col tempo allontanano gli interlocutori e i consumatori.
L’azienda moderna ha bisogno di raccontarsi utilizzando il tono giusto: questo è il motivo per cui è fondamentale dotarsi di un piano strategico di Storytelling.
Perché, anche se oggi può contare su un buon Content Marketing, domani potrebbe non essere più in grado di farlo. Oggi lettori e acquirenti hanno bisogno di messaggi forti e creativi, e non tanto di altri contenuti.
Ecco perché le storie. Dall’alba dei tempi le utilizziamo per condividere valori e punti di vista, per cui il nostro cervello è abituato a imparare attraverso la costruzione di storie e narrazioni. Questo effetto è talmente profondo, per dirne una, che nell’ambito dello Storytelling autobiografico si fa notare spesso che la memoria umana è organizzata per storie e aneddoti. Potremmo persino dire che le storie siamo noi, ma sono anche la lente che ci permette di vedere il mondo.
Le aziende hanno necessità di sopravvivere in un mercato sempre più competitivo e ostile, e possono farlo solo se modificano la loro comunicazione, abbracciando la narrazione creativa e senza limitarsi a produrre messaggi insistenti che verranno dimenticati a stretto giro. Ecco perché Storytelling vuol dire non solo possibilità di comunicare meglio, fare Marketing in modo consapevole e ottenere risultati insperati a livello di business: certo, anche questo. Ma Storytelling vuol dire soprattutto poter sperare di avere ancora spazio, in futuro, nella grande platea digitale dei canali di comunicazione. Poter dire la propria. Contare qualcosa. In una parola, esserci ancora.
Storytelling: la narrazione per distinguersi dai competitor, produrre messaggi efficaci e stringere un legame di fiducia con gli interlocutori
Dicevo, il Digital Storytelling in azienda non è solo il racconto di una storia “creativa” attorno a prodotti, servizi o eccellenze.
A monte, c’è una considerazione che spesso il marketing aziendale non prende nella giusta misura: partendo dal presupposto che “storytelling” contiene in sé il germe di una storia, dobbiamo pensare veramente a cos’è l’atto del narrare e chi ne è coinvolto. Di base, costruire narrazioni è uno dei modi più efficaci che l’uomo ha per strutturare il proprio pensiero. Tramite le storie edifichiamo le fondamenta del nostro passato. Tramite la memoria formiamo la nostra identità, che è il tempo presente. Nel presente compiamo tutte quelle azioni che gettano le basi, in modo conscio o meno, del nostro futuro.
Quindi costruire una storia, anche se in una prospettiva come quella di un marketing narrativo e non persuasivo in senso classico, è un’azione che ci permette di costruire una memoria narrativa.
Questa consapevolezza di una doppia natura umana, da un lato biologica e dall’altro culturale, mi affascina moltissimo. Perché mi porta a considerare davvero, in tutta la sua profondità, il significato dello scrivere storie.
Le storie:
- Costruiscono il pensiero
- Producono valore
- Mettono in condivisione le conoscenze
- Permettono di creare esperienze nuove
- Costruiscono un legame a livello di testo, contesto e relazione tra interlocutori
Per un’azienda o un libero professionista che vuole arricchire il proprio Personal Branding tutto ciò vuol dire moltissimo. Vuol dire distinguersi in mezzo a una massa di messaggi (e competitor) tutti uguali.
Affidarsi a un consulente di Storytelling aziendale o essere autonomi? Ecco come fare!
Moltissime realtà si trovano di fronte a questo dubbio amletico: chiedere a un professionista una consulenza in Storytelling o imparare a gestire direttamente i progetti ed essere indipendenti in futuro? Il ragionamento non è banale, anche perché negli anni mi sono trovato a lavorare:
- Direttamente a fianco del cliente su progetti specifici di Storytelling o all’interno di una consulenza più ampia che prevedeva la gestione del sito Web, del corporate blog oppure dei canali social media dell’azienda.
- A fianco dell’agenzia di Web Marketing fornitrice del cliente. Agenzia che non miro a sostituire, anzi, ma di cui posso arricchire il lavoro con le mie competenze.
- A fianco di liberi professionisti o realtà non profit che mi hanno chiesto un piano di Digital Storytelling per poi metterlo in pratica in completa autonomia.
Parallelamente ho tenuto più di un corso di Storytelling a chi mi ha chiesto di trasmettergli tutti gli strumenti necessari a essere operativo. Grazie alla collaborazione con il Digital Storytelling Lab di Udine, ho anche tenuto corsi per introdurre lo Storytelling nei programmi didattici della scuola primaria e secondaria.
Questo per dire che sono in grado di fornire una soluzione completa e adattabile alle esigenze di ognuno, prevedendo:
- Una consulenza mirata alla realizzazione di un piano strategico di Storytelling, lasciando libero il cliente di decidere se farlo implementare a me o farmi lavorare a fianco della sua agenzia.
- Un corso di formazione su Storytelling e tecniche narrative unito a un affiancamento che permette di essere indipendenti (e bravi!) nel più breve tempo possibile.
Vi invito a contattarmi per tutte le delucidazioni del caso. Ora però andiamo avanti e affrontiamo nel dettaglio l’argomento “storie aziendali”.
Cos’è una storia aziendale, quali sono le sue caratteristiche, i suoi obiettivi e come può aiutare la tua impresa a crescere
Veniamo al dunque. Cos’è una storia aziendale? È un format di racconto. È utile prima ancora di organizzare gli strumenti digitali atti a comunicare un’azienda, i suoi prodotti o i suoi servizi. Per costruirla, ossia per dare vita a una narrazione aziendale che convince, emoziona e persuade, bisogna sapere che la sua struttura – almeno al livello base – non è molto diversa da quella delle storie e delle grandi narrazioni che ci accompagnano dall’alba dei tempi.
Fin da quando ha avuto capacità di comunicare, l’uomo ha costruito fiabe, favole, storie e aneddoti e mitologie che hanno influito come nient’altro al mondo alla costruzione di un immaginario collettivo fatto di personaggi, azioni, conflitti e insegnamenti morali. Dagli studi di Vladimir Propp sulla fiaba russa, fino a quelli di Algirdas Julien Greimas sulla struttura degli elementi che compongono ogni storia e sulla gerarchia che li lega, il florilegio di teorie e analisi sul modo in cui raccontiamo è stato molto ampio. Oggi, grazie all’avvento dei canali digitali, che permettono a ognuno di produrre contenuti sotto forma di narrazioni, possiamo dire che:
Una storia aziendale è la “forma mentis” del contenuto. Una struttura insostituibile che serve a organizzare eventi, valori aziendali, protagonisti della vita d’azienda in una cornice narrativa che emoziona, è più facile da ricordare e da trasmettere agli altri, crea un potentissimo senso di comunità.
Ogni storia aziendale è composta da questi elementi:
Eroe. È il protagonista della vicenda narrata, colui che per scelta od obbligo deve trovare la soluzione alla rottura di equilibrio che genera il racconto.
Impresa. È rappresentata dall’insieme di azioni o di nuove consapevolezze che l’Eroe compie o raggiunge al fine di ricostruire l’equilibrio iniziale o trovarne uno nuovo. Se ce la fa, si parla di lieto fine.
Avversario. C’è sempre qualcuno che si oppone alle azioni dell’Eroe: può essere una persona in carne e ossa, oppure un insieme di eventi sfortunati. In ogni caso, l’Avversario rappresenta il principale ostacolo che si frappone tra l’Eroe e il lieto fine.
Ricompensa. Eventi, informazioni, risultati conseguiti: tutto ciò che giunge all’Eroe come premio per aver portato a termine la sua Impresa è una Ricompensa. In altre circostanze la Ricompensa è il meccanismo che fa nascere il conflitto tra Eroe e Avversario.
Rottura dell’equilibrio iniziale. Se il mondo fosse in perfetto equilibrio non avremmo bisogno di raccontarlo. Detto in altre parole, ogni storia si genera da un equilibrio che non c’è più: può essere una mancanza o una decisione, ma anche una nuova consapevolezza che porta a vedere storture e miglioramenti operabili nel mondo.
Oggetti e Aiutanti. Anche se si chiamano così, non sempre sono oggetti in senso fisico. Sono tutto ciò che aiuta l’Eroe a compiere la sua Impresa.
Ricomposizione dell’equilibrio iniziale. È il momento in cui l’Eroe raggiunge il suo traguardo. Per dare un’idea di quanto sia importante questo elemento all’interno di una storia è sufficiente ricordare che vi sono generi letterari o cinematografici, ad esempio il Noir, che si differenziano per atmosfere e per il fatto che l’equilibrio iniziale non viene mai raggiunto del tutto. Splendido, vero? Si cambia un elemento all’interno di questa struttura e si ottiene un intero genere di romanzi, film e serie tv.
All’interno di un progetto strategico di Storytelling, una storia aziendale non è molto diversa dallo schema appena presentato. Dovrà contenere tutti questi elementi, anche perché il destinatario della storia – lettore, spettatore o interlocutore che sia – inconsciamente li cercherà. È abituato a farlo automaticamente, perché vive nelle storie da sempre. È quindi fondamentale, quando si vuole progettare un’attività di storytelling aziendale, prenderli in considerazione e studiarli a monte, partendo un’operazione di profiling non molto dissimile alla creazione di un identikit, non di un sospettato ma di un’azienda nel suo complesso.

I 4 elementi di ogni storia aziendale
Non basta questo per dare vita a uno Storytelling efficace. Ogni storia aziendale, infatti, deve contenere 4 elementi che assicurano una connessione emozionale con il pubblico.
- Punto di attivazione. Una storia inizia quando c’è un problema da risolvere. Nell’ambito delle storie aziendali, questo problema riguarda il consumatore, che ha bisogno di compiere determinate azioni per ricomporre l’equilibrio iniziale.
- Dilemma. È il punto di ogni storia in cui il protagonista, in difficoltà, compie la prima di una serie di azioni che generano la storia e gli permetteranno di completare la propria Impresa.
- Azione. È lo svolgersi degli eventi che accompagnano il protagonista delle vicende verso il lieto fine. Più di ogni altro elemento contribuisce a creare un legame empatico con i propri consumatori e a dare vita a quella connessione decisiva per aziende, consumatori e brand.
- Obiettivo. La risoluzione di ogni storia, comprese quelle aziendali, e la ricostituzione di un lieto fine permette di tornare idealmente ai momenti antecedenti allo sviluppo del Dilemma. Ogni storia aziendale ha bisogno di esplicitare questa risoluzione, che è fatta di precise scelte di consumo e di messaggi efficaci che ne sottolineano i vantaggi emozionali.
Come portare la narrazione nelle strategie di comunicazione
Lo Storytelling non è una forma definita. Non è una foto pubblicata su Instagram, né una tecnica di Copywriting persuasivo. È una forma mentis, come detto prima. Può servire a tracciare meglio l’autobiografia aziendale e migliorare l’impatto della comunicazione e del marketing aziendale. Può essere usato per valorizzare la storia dell’azienda e consolidare le sue relazioni con i portatori di interesse. Può essere usata per creare appartenenza attorno a un marchio e creare quelle dinamiche identitarie che, come ci insegna la parabola del postmoderno, nella società odierna sono andate perdute. Può essere usato per trovare un nuovo senso alle proprie attività, e questo vale per aziende di ogni dimensione, ma anche per i singoli professionisti. Come?
Grazie alle mie competenze nel campo della scrittura, dello Storytelling e della consapevolezza, alcune persone mi hanno chiesto una mano. Combinando scrittura creativa, scrittura autobiografica e tecniche di pensiero creativo, li ho aiutati a trovare un nuovo senso nelle proprie attività, ma anche a definire meglio un progetto personale o perfino lavorativo.
Un altro esempio?
Utilizzo quotidianamente tecniche di Storytelling creativo nelle mie lezioni, rivolte indifferentemente a studenti, docenti e professioniti. Questo mi permette di coinvolgere di più i miei studenti, proponendo loro percorsi formativi pensati per stimolare il loro senso di protagonismo.
Questi sono solo due esempi. Potrei dire anche che ho utilizzato lo Storytelling per comunicare il non profit, per migliorare l’impatto emotivo degli eventi aziendali. Per coinvolgere gli influencer nel dialogo con un’azienda o un marchio. Per comunicare l’eccellenza di un territorio o per raccontare specifiche attività e iniziative culturali.
Ogni volta sono partito da alcuni elementi che considero cruciali per massimizzare l’impatto dello Storytelling sulla comunicazione.
- Interpretazione dell’Autore
- Interpretazione del Lettore e del pubblico
- Costruzione della situazione tipo in cui Autore e Lettore si incontrano
- Definizione di un dispositivo narrativo, ossia di quella cornice che ospiterà i contenuti e sarà il loro motore
Queste operazioni servono a imbastire l’embrione della storia aziendale. “Cosa voglio comunicare?”, “In che modo voglio comunicarlo?”, “Perché lo voglio comunicare?”. Sono tre domande basilari e imprescindibili, perché da qui scaturisce ogni possibilità concreta di Storytelling che funziona. Un suggerimento per essere ancora più efficaci? Porsi la quarta domanda, bonus, “Quali emozioni voglio convogliare attraverso il mio messaggio?”.
Principali strategie di Corporate Storytelling
Lo Storytelling di un’azienda si sviluppa attraverso i contenuti che quest’ultima decide di condividere con il proprio pubblico. Il racconto della propria storia, dei valori che animano la scelta di fare business, la mission aziendale, le caratteristiche dei prodotti o dei servizi. Infine, l’attenzione allo scenario in cui si opera e alle sfide etiche e sociali. Trovo particolarmente utili tutte quelle situazioni in cui lo Storytelling incontra la Corporate Social Responsibility, anche perché ritengo che in un mondo in cui si stanno esaurendo i motivi per cui le persone decidono di fare comunità, aziende e imprese di ogni ordine e grado – ma anche associazioni ed enti non profit – giochino un ruolo molto importante nel ridefinire quel senso di comunità senza il quale non si va da nessuna parte.
In ogni caso, ecco una classificazione delle principali strategie di Storytelling:
- Storytelling e Personal Branding. Praticamente “un uomo forte al comando”, ossia la costruzione di una narrazione emozionale che si pone l’obiettivo di esaltare le caratteristiche del protagonista.
- Storytelling aziendale propriamente detto. Si tratta di tutte quelle azioni che permettono all’azienda di raccontare se stessa e i valori che la muovono, ma anche di prendere posizione rispetto a un fatto pubblico.
- Storytelling di prodotto. È il punto di contatto tra Storytelling e pubblicità. Pensiamo a spot televisivi particolarmente emozionanti. È lo storytelling che mi convince di meno: è il più aleatorio e basta pochissimo per sbagliare tono, messaggio e contesto. Ma questa è un’altra storia. In tutti i sensi.
Alcuni esempi di Storytelling per aziende e brand
Ho scritto una guida piuttosto corposa contenente quelli che, secondo me, sono i più riusciti esempi di Storytelling degli ultimi anni. In essa si parla di rapporto tra Storytelling e scrittura, di case study e narrazioni aziendali per il settore Travel, Food, Tech, Sport e altro ancora. Di Storytelling multimediale, transmediale e interattivo e, più in generale, di tutto ciò che serve a far capire qual è secondo me l’approccio corretto verso la narrazione digitale.
Conclusioni
Questa è una prima riflessione sullo Storytelling in ambito aziendale, scritta anche per distinguersi da determinate semplificazioni eccessive che spesso si leggono in giro. La narrazione è un’arma molto potente nelle mani della Comunicazione e pertanto va utilizzata con cognizione di causa. Come sempre, i commenti sono a disposizione di tutti coloro che vorranno approfondire l’argomento. Chi pensa di avere una storia aziendale da raccontare, o vuole valorizzare il proprio operato, può scrivermi una mail. Risponderò nel più breve tempo possibile, come sempre felice di dare una mano a costruire racconti che emozionano, persuadono, convincono.
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Consulente per la comunicazione digitale. Mi occupo di Content Strategy, Content Marketing e Storytelling. Aiuto i miei clienti a progettare narrazioni e contenuti digitali che funzionano e portano risultati misurabili. Il mio approccio è media neutral: utilizzo indifferentemente testi, immagini e video per creare valore tangibile. Organizzo corsi di formazione in azienda, insegno presso l’Istituto Europeo di Design di Milano. Ho condensato parte del mio metodo di lavoro nel volume “Manuale di scrittura digitale creativa e consapevole” (Flaccovio, 2016), con l’obiettivo di aiutarti a produrre contenuti di livello eccezionale.