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La lettera a Mario Monti non andrà in tv … (video)


L’antefatto fa riflettere. Matteo Bianconi – un collega, un ottimo amico, uno che non le ha mai mandate a dire – scrive una lettera al presidente del Consiglio Mario Monti. “Lettera di un popolo sovrano. Dimenticato”. Non una semplice collezione di lamentele, né la solita trita liturgia stile “lo Stato non ci assiste”, cui ci hanno purtroppo abituato  anni e anni di prebende distribuite a pioggia.

Una lettera vera, sentita. Un appello corale – sì perché Matteo parla anche con la mia voce, e con quella di decine di migliaia di trentenni italiani – scritto con la sincerità umana e l’integrità che lo ha sempre contraddistinto. Un elenco impietoso di alcuni dei mali di questo paese, in cui i vitalizi per pochi e i finanziamenti illeciti ai partiti vanno a braccetto con la povertà della maggioranza, con la mancanza di ogni futuro per un’intera generazione e forse due. Un paese in cui la classe politica ha abdicato da tempo al suo ruolo di garante del bene comune per diventare casta, lobby, comitato d’affari. Fino al momento in cui la situazione è diventata ingestibile, e quindi banche e poteri internazionali hanno messo il nuovo “uomo della provvidenza” al comando, benedicendo da lontano l’operazione nota ai più con il nome di “governo tecnico”.

Questa lettera fa il boom. Più di tremila like in poche ore, condivisioni ovunque, commenti. Dimostrazioni di solidarietà e appoggio. La televisione si interessa del caso e propone a Matteo 45 secondi su Rai Due per leggerla in diretta, durante lo show “L’ultima parola”. 45 secondi sono pochi, niente. Si rischia l’effetto teatrino, con le parti contrapposte a fare spettacolo, tipico della formula del talk show. Matteo probabilmente teme ciò, chiede più spazio. Oddio, più spazio. Due-tre minuti, il tempo di leggerla tutta e non solo una sintesi, come proposto dalla redazione.

Niente. I tempi della tv sono diversi, ben lontani dal malessere sociale di una generazione. Per questo motivo il progetto salta. Da questa lettera Matteo ha tratto un breve video. Imperfetto forse, ma sentito, appassionato e vero. Come veri sono i problemi dell’Italia. Problemi che caste tecniche, politiche e catodiche tendono a ignorare, impegnate come sono a fare di questo paese un deserto sociale. E a chiamarlo pace.

informazione, social media

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