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Narrativa e Storytelling: perché è importante saper costruire i personaggi


Come fare storytelling e creare un personaggio convincente

Qualsiasi cosa tu debba scrivere, dal post di un blog al racconto breve, sarà caratterizzata e definita dal particolare rapporto tra Eventi ed Esistenti, ossia tra ciò che accade e i personaggi. Questo è l’assunto di base, poi ci sono mille varianti. Appunto, il particolare rapporto tra la concatenazione delle cose che accadono all’interno del tempo della storia e le persone che le subiscono o le fanno accadere diventa il motore della storia stessa. Questo vale in ogni ambito della realtà o della fiction. Anzi, dirò di più: la tendenza dell’uomo a raccontare e a raccontarsi, nata probabilmente con le origini stesse del pensiero umano, ci ha portato a un livello di narrazione tale per cui realtà e fiction tendono a sovrapporsi sempre di più, arrivando a trasformare in personaggio o brand anche gli aspetti più intimi della natura delle persone.

Che si tratti di gossip o di personal branding, c’è poca differenza: gran parte del risultato finale deriva dalla natura del personaggio che si muove all’interno della storia narrata. Se c’è un percorso di riconoscimento reciproco, c’è la persuasione. Vale in ambito aziendale, ma anche nella realizzazione di una fiction convincente (non a caso il cinema parla di identificazioni primarie e secondarie).    

Tutto questo per dire che tra Ulisse, un personaggio pubblico e un blogger che ogni giorno cura la sua immagine attraverso i contenuti prodotti, e quindi una narrazione continua, c’è molta meno differenza di quanto si possa pensare. A testimonarlo ci sono numerosi esempi di Storytelling al servizio della comunicazione d’impresa.

Le storie sono funzione dei personaggi

Partendo dal presupposto che le storie sono funzione diretta dei personaggi che si trovano al loro interno, mi sono sempre chiesto come mai un’ampia porzione delle discipline collegate alla scrittura informativa (blogging, giornalismo tradizionale e online, comunicazione corporate, comunicazione interna, ma non solo) non abbiano mai dato il giusto peso alla possibilità di costruire i personaggi narrati utilizzando le buone lezioni provenienti dalla scrittura creativa. Che, dal canto suo, si è interessata a studiare Leopold Bloom, Lucas e Klaus, Vitangelo Moscarda e molti altri, inconsapevole del fatto che i parametri indicati per la costruzione del personaggio in letteratura si possono tranquillamente utilizzare anche in altri ambiti.

“Considera ogni testo come lo spazio in cui si muovono determinati personaggi, osservati e descritti come elementi attivi e non solo come meri attori in campo. Più riesci a renderli tridimensionali, più il tuo testo ne guadagnerà.”

Questo è il mio primo suggerimento a chi studia la scrittura creativa e consapevole, in quanto è il miglior modo per dare brio alle storie da narrare, ma soprattutto è in grado di coltivare quella che io chiamo “tripla osservazione”: osservo gli altri, quindi riconosco me stesso negli altri, quindi osservo me stesso. Un atteggiamento utilissimo, nella scrittura come altrove, in quanto è esercizio di presenza. Da questo punto di vista, tutta l’attività di scrittura ha a che fare con la propria autobiografia.

Non serve arrivare al livello di dettaglio di Herman Melville, per carità. A volte bastano pochi tratti decisi per ricostruire un mondo. Il trucco per costruire buoni personaggi sono le domande che ti poni sul loro conto e che faranno sempre, invariabilmente, riferimento a sei ambiti fondamentali:

  1. Aspetto fisico
  2. Comportamento
  3. Storia/Background
  4. Obiettivi
  5. Passioni
  6. Conflitti
Mario Bros e Luigi Bros
SegnaleZero Content strategy, scrittura digitale, storytelling

Costruire un personaggio: un ottimo esercizio di Storytelling

Questi punti lavorano entro una duplice polarità. Possono allinearsi con l’ambiente circostante, quello entro cui il personaggio si muove, possono stridere e quindi creare un interessante contrasto tra le sue origini e le sue aspirazioni future; inoltre, possono confermare o smentire lo stereotipo che ognuno di noi coltiva rispetto alle caratteristiche che dovrebbe avere un personaggio simile. Nel primo caso avremo il pericoloso omicida che vive in un posto tranquillo e apparentemente lontano da ogni pericolo (Bob in Twin Peaks, tralasciando le implicazioni paranormali della Red Room), dall’altro un reparto di medici danesi impegnati di giorno a curare i pazienti e di notte a celebrare grotteschi riti massonici nei sotterranei dell’ospedale di Copenhagen (Il Regno di Lars von Trier). Questo percorso di rottura può spingersi fino all’assurdo, fino al doppio Jekyll/Hyde che, senza andare troppo lontano, risuona nella biografia di Andre Agassi, campione mondiale di tennis: un uomo che dallo sport e dalla vita ha avuto apparentemente tutto, ma che in realtà, attraverso la sua autobiografia, ci racconta il piccolo inferno privato alla base dei suoi successi.

Come vedi, cinema, letteratura e cronaca possono essere considerati strati diversi di una medesima realtà che, come tale, può essere indagata e analizzata con strumenti comuni, benché imperfetti.

Le persone ti seguono e ti comprano se sai dire chi sei.

Hai bisogno di raccontare la tua azienda in modo originale, con la forza di un metodo testato in Italia
e all’estero, e pensato per portare risultati tangibili?

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Porsi buone domande per costruire personaggi convincenti

Come ci siamo detti, per costruire un buon personaggio occorre partire da buone domande, utili per ottenere una prima scheda riassuntiva. Te ne elenco qualcuna, giusto a titolo di esempio. Il mio consiglio è di non seguirle pedissequamente, ma di crearti una tua lista personalizzata di domande.

  1. Che aspetto fisico ha?
  2. Quanti anni ha? Dove è nato? C’è qualcosa di particolare nella sua storia personale?
  3. Che lavoro fa?
  4. Qual è stato il suo percorso scolastico?
  5. È sposato? Ha una famiglia?
  6. Quali sono i tratti principali del suo carattere?
  7. Come si veste?
  8. Come si comporta in pubblico?
  9. Come trascorre il suo tempo libero? Ha degli hobby? Quali?
  10. Come viene visto dagli altri?
  11. Chi sono i suoi alleati?
  12. Chi sono i suoi antagonisti? Perché? Come si comporta nei loro confronti? E come viene ricambiato?
  13. C’è qualcosa che gli piace particolarmente? E qualcosa che invece detesta?
Storytelling management
SegnaleZero Content strategy, scrittura digitale, storytelling

Questa è solo una primissima serie di domande che ti permetteranno di procedere alla costruzione credibile di un personaggio. Sono valide sia nel caso in cui tu ti debba cimentare in un’opera narrativa di finzione sia che tu sia un copywriter o ghost writer cui hanno affidato la stesura della biografia di un affermato imprenditore.

In ogni caso, per cominciare a esplorare la costruzione del personaggio è consigliabile iniziare da esercizi come questi:

1. Iniziare a costruire un personaggio

Scegli una persona che conosci e inizia a trasformarla in un personaggio. Poniti le 13 domande presentate in precedenza e compila la sua scheda riassuntiva.

2. Dare vita alle connessioni del personaggio

Una volta concluso l’Esercizio 1, potresti dedicarti a creare delle connessioni (reali o immaginarie, non ha nessuna importanza) tra particolari eventi che hanno caratterizzato la vita della persona che conosci e alcuni tratti del suo carattere. È testardo e si è diplomato al Liceo Classico? Le due cose sono certamente collegate. O meglio, trovala tu una connessione tra le due cose.

3. L’aspetto fisico del personaggio

Scegli un tuo amico o conoscente che possiede una certa caratteristica. Ad esempio, potrebbe essere generoso, impacciato, sospettoso eccetera. Descrivi i comportamenti che esprimono questa sua caratteristica. Prova a spiegare se il suo aspetto fisico, il suo modo di vestire, di camminare, di gesticolare riflettono questa sua caratteristica.

4. Crea il tuo personaggio: la teoria dei contrari

Scegli un tuo amico o conoscente che possiede una certa caratteristica. Stavolta, però, organizza la tua descrizione in modo da trasmettere l’idea che il tuo amico sia in realtà l’esatto opposto. Ad esempio, se hai scelto Luigi perché altruista, raffiguralo come un egoista. Attribuisci a elementi che normalmente caratterizzano il vero Luigi (quello altruista) un valore tale da dipingerlo come la persona che non è. Se puoi, cita qualche frase che gli hai sentito dire spesso ma, pur mantenendone inalterato il contenuto, stravolgine il significato finale.

5. Lo scambio Autore-Personaggio

Questa è una variante dell’esercizio 4. Si tratta sempre di dipingere il tuo amico o conoscente per quello che non è. Stavolta devi attribuire a suoi particolari gesti, movenze, parole delle caratteristiche che lui non ha. Ma tu, guarda caso, sì. Per esempio: lui è sempre molto distratto e spesso si è dimostrato poco costante, se non arrendevole. Di sicuro non è una persona cocciuta. Tu, al contrario, sei un inguaribile testardo. Prendi alcuni suoi comportamenti, cose che gli hai visto fare o modi di essere che lo qualificano come distratto e deconcentrato. Ribaltale, descrivendole come fossero un ipotetico riflesso del suo essere testardo.

Esercizi avanzati per la creazione di un personaggio convincente

Partire dalle persone che conosci molto bene di sicuro ti aiuta. C’è poi un secondo livello di esercizi, che riguarda persone di cui non sai nulla e delle quali devi “immaginare il personaggio” a partire da pochi frammenti.

1. Dalla fotografia alla biografia

Partendo dalla fotografia di uno sconosciuto, prova a raccontare la sua biografia. Ti devi attenere agli oggetti raffigurati nell’immagine. Puoi partire da una foto trovata in Rete, anche se questo esercizio dà il massimo di sé nel momento in cui lo trasformi in un’esperienza diretta. Mentre sei in giro per la città, prova a scattare qualche foto ai passanti. In un secondo momento, immagina le loro storie e costruisci un personaggio a tutto tondo, utilizzando come punto di partenza gli elementi disponibili.   

2. Descrivere un personaggio conosciuto

Scegli un personaggio famoso, che conosci solo perché hai letto qualcosa su di lui, lo hai visto alla televisione oppure sai qualcosa per sentito dire. Vanno bene sia i personaggi reali sia quelli immaginari, per cui potresti ad esempio scegliere Francesco D’Assisi, Sherlock Holmes o Lord Voldemort. Una volta individuato il personaggio, costruisci la griglia di domande che teoricamente ti permetterebbe di individuare la sua scheda riassuntiva, almeno per quanto ne sai tu. Forse non sai dove è nato e in che anno, o dove ha vissuto. Lascia in bianco le risposte che non conosci e poi, utilizzando le sole informazioni disponibili, descrivi brevemente il personaggio in questione.

3. Trasformare un personaggio famoso

Scegli un personaggio famoso. Ora trasformalo nel suo opposto: se si tratta di un personaggio caratterizzato da un animo buono (ad esempio, Gandhi), scrivi una sua breve biografia in cui lo immagini malvagio e insensibile.

4. Intervistare un personaggio

Scegli un personaggio famoso e segna una serie di domande che gli vorresti porre se lo avessi di fronte a te. Partendo da queste domande, realizza la sua scheda riassuntiva, tenendo presente che stavolta se ti mancano informazioni, come è normale, puoi cercarle in Rete. Una volta completata la lista di risposte che rispondono alle tue domande, scrivi un ritratto del personaggio.

5. L’autoritratto

Parti da te stesso. Scrivi il tuo autoritratto fisico e poi uno che invece delinei il tuo carattere. È molto importante che tu non sovrapponga i due ritratti, almeno per il momento: ciò vuol dire tassativamente caratteristiche fisiche da una parte, carattere dall’altra. In un secondo momento – puoi far passare qualche ora– prova a sovrapporre i due ritratti come altrettante diapositive. Confrontali: prova a individuare se ci sono elementi simili o discordanti tra le due versioni. Annota tutti questi elementi, poi scegli una frase che ti piace tanto o che ripeti spesso. Può essere tua, puoi averla letta in un libro o sentita alla televisione, non importa. Parti da questa frase e scrivi il tuo ritratto in modo da evidenziare gli elementi simili o discordanti che hai individuato in precedenza.

6. Ampliare la biografia del personaggio

Dopo aver svolto uno degli Esercizi 1-5, scegli uno dei personaggi a cui hai lavorato: ora scrivi tre nuove biografie che devono essere tra loro omogenee, ossia contenere lo stesso numero e tipo di informazioni. Stavolta a cambiare sarà il tuo tono: la prima volta descrivi il personaggio con tono positivo ed entusiasta nei confronti di tutto ciò che dice o fa. Nella seconda versione, descrivi le stesse cose con tono neutro e distaccato. Nella terza, usa un tono negativo, deluso o insoddisfatto.

Dietro a ogni azienda c’è una storia di impegno
che merita di essere raccontata.

La prossima potrebbe essere la tua.
Perché non ne parliamo assieme?

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Il personaggio e il suo campo di forza

Chiaramente un personaggio non rimane immutato per tutto il tempo della narrazione, perché altrimenti non ci sarebbero grandi imprenditori che hanno costruito imperi finanziari partendo da una passione e da un garage. Sarebbero rimasti semplici appassionati chiusi nei loro garage a progettare congegni o computer, ma questa è un’altra storia.

Il personaggio cresce, matura e cambia. E lo fa sempre per due motivi: una forza esterna lo spinge verso determinati avvenimenti o specifiche consapevolezze, oppure una forza interna lo smuove e lo fa cambiare. Le casistiche sono praticamente infinite, eppure tutte hanno una cosa in comune: lavorano sul “campo di forza del personaggio”, ossia quel complesso sistema di valori che ne determina la natura più intima. Un esempio? Quante volte abbiamo sentito la famosa frase “Siate affamati, siate visionari” pronunciata da Steve Jobs il 12 giugno 2005. Ebbene, l’intero discorso pronunciato in quell’occasione è un esempio splendido di come le tecniche di costruzione del personaggio possano essere applicate alla comunicazione. Il testo integrale ci parla degli anni dell’università, trascorsi tra mille difficoltà economiche, del corso di calligrafia, del primo Macintosh. Dell’ascesa e della caduta di un uomo che, all’apice della propria parabola umana e imprenditoriale, è stato fatto fuori dalla Apple che lui stesso aveva fondato. Seguì la NeXT, la Pixar e infine il ritorno in Apple, preludio a una morte annunciata e definita “l’agente di cambio della Vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo”. Messaggio finale: il tempo a nostra disposizione è poco, pertanto non va sprecato vivendo la vita di qualcun altro.

Questa parabola dimostra meglio di tanta teoria qual è il segreto di un buon personaggio: la corretta progettazione del suo arco di sviluppo, ossia la descrizione di quelle forze interne ed esterne che lo modificano nel tempo. Queste forze possono essere rappresentate come tanti cerchi concentrici che, partendo dagli strati più esteriori di un personaggio, giungono fino alla sua più intima essenza.

  1. Opinioni
  2. Atteggiamenti
  3. Valori condivisi
  4. Valori intimi
  5. Centro

Nel prossimo post, “Corporate Storytelling: primi passi per creare la propria narrazione aziendale”, parlerò di come utilizzare questi spunti per portare lo storytelling in azienda.

creatività, scrittura, storytelling