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Barack Obama e il Web 2.0 italiano


Barack Obama. Yes we can

Barack Obama e il Web. Un rapporto di lunga data, nato già in vista del cammino che lo ha portato alla Casa Bianca. Oggi, con gli Stati Uniti divisi tra la campagna elettorale e l’emergenza Sandy, il sottile legame che unisce la politica alla comunicazione è di nuovo di attualità.
Reputation Manager ha analizzato il modo in cui gli italiani vedono Obama e in una nota rilasciata oggi pomeriggio ha elencato le principali rilevazioni.
Il responso è il seguente: “rieleggibile, ma più per il suo passato che per il suo presente”.

L’analisi è stata condotta attraverso un modello composto da due categorie: “immagine” e “azione politica”. La prima comprende anche biografia, opinioni e rumors; la seconda, il suo percorso politico e le scelte fatte, prima come senatore e poi come presidente degli Stati Uniti. In base a questi due assi concettuali è stato possibile assegnare un valore positivo o negativo alle opinioni espresse, ricostruendo – almeno per quanto riguarda l’Italia – l’identità digitale del presidente.

I contenuti
A parlare, secondo Reputation Manager, sono soprattutto i video online, (46%, di cui un 23% con connotazioni decisamente negative), le testate giornalistiche (26%) e i siti di news (18%).  In termini di “media mapping” i domini web più attivi (con un posizionamento positivo e autorevole) sono Youtube.com, Repubblica.it e Corriere.it, seguiti a ruota da Ansa.it e lastampa.it.
Domina un certo scetticismo. La metà dei commenti su Barack Obama, infatti, è neutrale; solo il 26% è positivo. Se si guardano gli argomenti trattati, il 92% dei contenuti riguarda la politica (si parla spesso del suo ruolo di presidente e, c’era da aspettarselo, pochissimo di quello precedente di senatore). Solo poco più del 7% riguarda la sua immagine e la sua biografia. Il quadro cambia quando ci si addentra nel confronto elettorale, oggi più vivo che mai. Il confronto con altre parole chiave – come “Romney” o “elezioni” – rivela un sentiment favorevole o bilanciato. Quando invece si parla delle scelte operate da Barack Obama, temi come economia, sanità e politica internazionale rivelano una maggioranza di commenti e opinioni negative.

I video italiani più visualizzati e commentati, ahinoi, riguardano tutte le occasioni, e non sono poche, in cui l’ex premier italiano ci ha fatto vergognare. Dominano quindi il commento sul particolare status di “abbronzato”, ma anche il rimbrotto della regina d’Inghilterra dopo il tristemente famoso “Mr. Obama!” urlato durante una riunione ufficiale.

Per quanto riguarda contenuti più seri – e, sì, decisamente più “politici” delle figuracce patite dal nostro paese – spiccano su tutti il discorso di insediamento di Barack Obama, massimo esempio di retorica politica, e l’annuncio ufficiale della morte del miliardario Osama Bin Laden.

Gli endorsement
Altro particolare interessante: negli ultimi mesi a essere più visti sono stati i discorsi di appoggio o critica rivolti pubblicamente dalle star di Hollywood, con Clint Eastwood (sostenitore di Romney) e Scarlett Johansson (dalla parte di Obama) in testa. Inoltre, gli italiani discutono online sul senso degli endorsement televisivi e su come questi possano influenzare l’esito delle urne, dimentichi degli ultimi 20 anni di politica catodica italiana. Per dire.

La rilevazione qualitativa riserva ulteriori sorprese: dal 2008 al 2012 è calata del 22% l’audience positiva, segno  di un indebolimento dell’interesse, in generale, ma soprattutto dell’entusiasmo iniziale per Barack Obama. Tra i più negativi c’è chi lo chiama (e non sono pochi, statisticamente parlando) “servo delle banche” e chi invece critica il crescente ruolo militare degli Usa nel mondo, a partire dalle basi dislocate nel Mediterraneo.

L’Obama dei social media
Su Twitter, almeno per quanto riguarda l’Italia, il nome di Obama è associato ad hashtag come “Romney” e “Usa”. Negli States a farla da padrone sono gli hashtag rappresentativi delle opposte fazioni: #tcot (Top Conservatives on Twitter) e #p2, usato da progressisti, democratici e liberal. Il numero di tweet contenenti questi ultimi due hashtag ha iniziato a decollare di nuovo a partire dal 13 settembre, con un picco in concomitanza con l’intervento di Barack Obama alle Nazioni Unite dello scorso 25 settembre, il celeberrimo “Il regime di Assad deve finire”.

Su Facebook numeri molto positivi. più di 48 milioni di persone lo seguono e di questi  il 60% è sulla sua Fan Page ufficiale. Spicca al secondo posto la community della first lady Michelle Obama e le pagine a sostegno di un secondo mandato (“I will vote for Obama in 2012” o “Re-Elect President Barack Obama”).  Nell’ultimo mese, le pagine pro-Obama sono cresciute di più in termini di fan (+10%) e partecipazione (+ 3.129.035%) di quelle dedicate a Romney.

Più che un presidente, un’icona pop
L’immagine di Barack Obama come leader carismatico è legata al suo exploit del 2008, al suo essere marito e padre modello. E anche icona pop che gioca a ping-pong con Cameron o mangia hamburger con il vice Joe Biden. Del resto quest’esposizione del privato ha anche i suoi aspetti negativi: ad esempio non sono state viste di buon occhio le ingenti spese per le vacanze familiari alle Hawaii.

Per quanto riguarda la sua azione politica come presidente degli USA, la distribuzione tra opinioni positive e negative è piuttosto uniforme, anche se ultimamente il sentiment negativo sta crescendo poco più di quello positivo. Gli elementi che più di tutti contribuiscono alla costruzione di un’immagine positiva sono stati il Nobel per la Pace (praticamente regalato, diciamocelo) e la sua spinta innovativa su scienza, digitale e matrimoni gay. Quelli negativi, la crescita della disoccupazione durante il suo mandato, la politica estera, le sue posizioni poco chiare sui paesi islamici: rispetto a quest’ultimo tema non pochi lo accusano di essere troppo indulgente o di rappresentare una continuità con l’amministrazione di Bush Jr.

facebook, social media, televisione, youtube

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