Quanto vale Facebook?
La notizia è che Facebook viene valutato meno del previsto. Lo si legge in controluce nelle dichiarazioni di Mark Zuckerberg, che al Reuters Global Technology Summit ha fatto sapee di aver rifiutato un’offerta di finanziamento di 200 milioni di dollari, che attribuiva all’intero social network un valore di 8 miliardi di dollari. C’è da dire che nello stesso periodo alcune riviste online americane hanno parlato di 150 milioni di dollari, e non di 200. Quindi non si capisce se abbiamo davanti l’ennesima guerra delle cifre, se si tratta di due offerte distinte, oppure se la creatura di Zuckerberg inizia a perdere colpi, almeno sotto l’aspetto finanziario.
Il dato rimane. Ne è passato di tempo da quando Microsoft Corporation ha investito 240 milioni di dollari in Facebook in cambio di un pacchetto azionario pari al 1,6% della compagnia. A conti fatti, il social network veniva valutato 15 miliardi di dollari, e la febbre di Facebook doveva ancora colpire buona parte del continente europeo, Italia compresa. Oggi Facebook fa sapere di avere oltre 200 milioni di utenti attivi, e la sfida rimane capire come monetizzare questo immenso capitale.
Le soluzioni più o meno collegabili a un advertising display altamente targettizzato sulla base del singolo profilo spesso lasciano a desiderare. Basta omettere di inserire informazioni sul proprio status sentimentale per essere invasi da banner di Meetic o di altri network per single. Per non parlare del fatto che in Rete i comportamenti delle persone sono molto ‘liquidi’: uno potrebbe condividere con i propri amici una bella installazione di videoarte trovata su YouTube, ma al contempo non essere interessato a partecipare al Festival di VideoArte e Musica Elettronica di Lucca.
Insomma, la targettizzazione chirurgica è ancora una delle grandi promesse dei social network alle aziende. Allo stesso tempo, c’è già chi si smarca e dice che sul 2.0 si cercano amici e non marche. ‘Friends, not brands’ rischia di essere il prossimo mantra della comunicazione digitale. Se fosse così, per l’advertising su social network sarebbero dolori.
Consulente per la comunicazione digitale. Mi occupo di Content Strategy, Content Marketing e Storytelling. Aiuto i miei clienti a progettare narrazioni e contenuti digitali che funzionano e portano risultati misurabili. Il mio approccio è media neutral: utilizzo indifferentemente testi, immagini e video per creare valore tangibile. Organizzo corsi di formazione in azienda, insegno presso l’Istituto Europeo di Design di Milano. Ho condensato parte del mio metodo di lavoro nel volume “Manuale di scrittura digitale creativa e consapevole” (Flaccovio, 2016), con l’obiettivo di aiutarti a produrre contenuti di livello eccezionale.
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