RoBOt Festival 2013: Workshop Digital Words #robotfestival
Forse non riceverò la qualifica di cadetto spaziale, pur tuttavia sono felice di aver dato il mio piccolo (piccolissimo) contributo alla buona riuscita del RoBOt Festival di Bologna. Già il manifesto dell’edizione 2013 meriterebbe un’attenta riflessione:
“(…) Come novelli Ulrich – il protagonista dell’Uomo senza qualità di Robert Musil – viviamo con un senso di infinite possibilità che facciamo fatica a temperare con il senso della realtà, una realtà in effetti sempre più virtuale ma non per questo meno efficace, meno produttiva, meno “reale” della realtà reale. Tutto sembra liquidabile in un mondo che appare – come sostiene il sociologo Zygmunt Bauman – sempre più liquido in cui tutto ciò che era solido ci sembra esistere ormai solo nella memoria. Ma è davvero così? O è proprio questa la vertigine digitale che distorce i nostri sensi e la nostra percezione della realtà, una realtà ancora gravida di contraddizioni, puntellata da momenti critici, segnata da crescenti disuguaglianze ed esclusioni, anche digitali?”.
Ebbene, all’interno del RoBOt Festival c’è stata l’occasione per parlare di parole. Parole digitali. Relazioni. Comunicazione. Assieme a Luigi Mastandrea, ingegnere musicale, filosofo votato alla profezia multimediale e social media manager, e Danilo “Maso” Masotti, performer, musicista e blogger ho tenuto “Digital Words”, workshop in programma sabato pomeriggio dalle 16 alle 18 a Palazzo Re Enzo; con l’organizzazione del collettivo HMCF di Bologna, rappresentato da Teo Filippo Cremonini, e la partecipazione dei ragazzi di Beyond Common Ideas.
Due ore molto intense in cui la riflessione sulla comunicazione digitale (blog, social network) si è intrecciata a temi di più ampio respiro, quali il ruolo dell’individuo nella società contemporanea, irrimediabilmente post (_fordista, _capitalista, _massmediatica); la partita dell’innovazione digitale e culturale, giocata in buona parte dall’ecosistema delle startup (sul quale, come abbiamo avuto modo di ragionare, non mancano dubbi e perplessità) e nonostante un sistema-Paese vecchio e muffoso; il ruolo del digitale nel mediare rapporti umani sempre più liquidi, delicati, a tempo determinato peggio di un contratto. Il ruolo dell‘informazione e del giornalismo nel raccontare quanto sta accadendo. Il ruolo della scrittura creativa nell’aiutarci tutti a decifrare un mondo complicato, sfuggente.
Come muoversi a proprio agio in questo mondo di byte complessi e male interpretabili? Come filtrare le informazioni di qualità dal rumore di fondo? Come mediare tra l’irregolarità della vita reale e quella, forse ancor più anomala, del mondo che si apre davanti ai nostri personal computer, smartphone e tablet? Ma soprattutto, ha senso parlare di autorialità (compresa l’autorialità dei blogger, di cui parlavo in un post di qualche mese fa, o del copywriter, ruolo sempre più tecnologico e schiacciato da algoritmi e tecnologie di distribuzione dei contenuti per il Web) in un’epoca fatta di intelligenze collettive e connettive, di “uno vale uno”, di link e semantiche provvisorie, parziali, deboli perché costrette al frazionamento del punto di vista?
Assieme a Danilo e Luigi ho cercato risposte, con la partecipata curiosità che ci deriva dall’essere in prima fila a interrogarci sul ruolo della persona in un’epoca così dis//umana. Confrontarci con il pubblico, parlare di dubbi prima ancora che di ricette e verità è stata una splendida occasione per ricordare e ricordarci di “restare umani”. Certo: interconnessi, digitali, globali, comunicativi, multitasking e chissà cos’altro ancora. Ma prima di tutto umani, nel senso più ampio e imperfetto del termine. Quello di una ricerca permanente di significato: la prima persona singolare che si mette in gioco. L’io che incontra il noi, abbracciando ciò che di buono porta la vertigine digitale, senza per questo esserne sopraffatto.
facebook, informazione, social media
Consulente per la comunicazione digitale. Mi occupo di Content Strategy, Content Marketing e Storytelling. Aiuto i miei clienti a progettare narrazioni e contenuti digitali che funzionano e portano risultati misurabili. Il mio approccio è media neutral: utilizzo indifferentemente testi, immagini e video per creare valore tangibile. Organizzo corsi di formazione in azienda, insegno presso l’Istituto Europeo di Design di Milano. Ho condensato parte del mio metodo di lavoro nel volume “Manuale di scrittura digitale creativa e consapevole” (Flaccovio, 2016), con l’obiettivo di aiutarti a produrre contenuti di livello eccezionale.
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