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Scrittura, pensiero, punti di vista


Memoria e scrittura

Incuriosito dall’articolo “Writing is thinking” di Sally Kerrigan sul rapporto tra scrittura e blog, mi viene naturale mettere su carta un paio di riflessioni su cosa vuol dire, almeno per me, bloggare.
La scrittura ha un che di contemplativo: è ascesi che sa sporcarsi le mani nel mondo, caratteristica che emerge in controluce ed è subordinata (ma diversa) dall’atto stesso di scrivere. Scrivere, in sé, è tecnica, pazienza, applicazione e anche molto coraggio, perché trovarsi davanti alla pagina bianca o al foglio di Word intonso implica una certa nudità dell’animo non sempre gestibile, anche perché venire a patti con essa significa uscire dalla propria “comfort zone” e avventurarsi là “where the magic happens”.

Nessuno nasce con il dono della scrittura, alcuni nascono con l’urgenza di ritrovare se stessi in mezzo alle parole. Di questo ho già parlato, in occasione di una serie di corsi di scrittura creativa e di scrittura consapevole che ho tenuto nel corso del 2013.

Corso di scrittura creativa a Pavia e Milano

Saper scrivere bene, dicevo. Cosa significa? Tecnica? Metodo? Tutto questo e molto altro ancora, ma in generale significa:

  • saper andare dritti al punto
  • arricchire le parole con un punto di vista solido
  • informare, nel senso più nobile del termine: dare forma, struttura, ordine.

Quest’ultimo punto riguarda almeno 4 livelli distinti:

  • dare forma alla “notizia/fatto/evento/riflessione” che vogliamo condividere e scrivere un articolo a riguardo
  • costruire l’architettura del testo
  • dare struttura all’impianto autoriale, ossia ordinare la nostra stessa percezione di quanto andiamo raccontando, nel momento stesso in cui la raccontiamo
  • permettere al lettore di costruirsi la propria mappa mentale di quanto percepito/esperito tramite la lettura.

C’è poi un altro livello, su cui tornerò, che riguarda la gestione di un canale di comunicazione come può essere un blog. Per esempio, quante volte abbiamo sentito dire che bisogna pubblicare con regolarità? Moltissime: lo ripeto io stesso ai miei studenti o alle aziende cui faccio formazione. Poi, a ben vedere, il mio blog personale non è certo aggiornato con cadenze certosine.
Poco male. Dal mio punto di vista (e SegnaleZero è parte del mio punto di vista), e se è vero che scrivere è dare ordine (e lo è), “ordine” vuol dire “fare andare”, “mettere in movimento”. Dare un verso. Tutte azioni che accadono nello Spazio e nel Tempo: concetti illusori quanto volete, ma pur sempre uno dei tanti parametri di confronto tra noi e la realtà.

Per scrivere occorre aver digerito i fatti che si vogliono raccontare. C’è bisogno di un punto di vista (l’embrione di un’opinione) che collochi dati, informazioni, nozioni, commenti, impressioni. Per tutto questo ci vuole il tempo necessario a far sedimentare le esperienze. Voglio che il mio blog sia sostenibile anche da questo punto di vista. Per questo motivo bloggo in modo irregolare, quando ho il tempo e l’energia per arricchire chi mi legge. Credo nell’ecologia e non voglio alimentare a forza quel processo irreversibile e compulsivo per cui tanti sono diventati esperti di sentito dire. Per questo motivo bloggo quando ne sento l’urgenza. Non è un atto di snobismo, ma una minima consapevolezza che sento di dover preservare come qualcosa di prezioso.

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