Social Media Downsize. Capitolo 2: Instagram

Ridurre e migliorare in qualità il tempo che trascorro online, tra app e social network. Un obiettivo che, dopo il mio Iphone, non ha risparmiato Instagram. Ebbene sì, proprio il social network che mi piace di più e sul quale ho trascorso più ore in assoluto negli ultimi due anni, celebrandone alcune tappe significative (un anno dall’iscrizione, la millesima foto) qui su Segnale Zero.
Mi sono reso conto che in questi anni, forse preso dall’entusiasmo, forse per un mal interpretato gesto di cortesia, ho iniziato a seguire alcuni utenti sulla base di un principio che esula dal mio “perché” su Instagram.
Faccio un passo indietro Il mio “perché” su Instagram è: voglio vedere belle immagini; immagini particolari di città che non ho ancora visitato o altre riguardanti posti che conosco e amo. Paesaggi, natura ma anche streetart. Mi piace soprattutto chi prova a fare degli evidenti limiti di uno smartphone qualsiasi un punto di forza, perché con la reflex da 1.000 euro e Photoshop #graziealcazzo che poi pubblichi belle foto. Mi piace chi usa Instagram per raccontare una storia, fosse anche il suo presente, senza però farmi vedere per forza dove (o cosa) ha pranzato, oppure la gente “figa” con cui ha fatto un giro sui Navigli, magari immortalata alle tre di notte, quando la fotocamera di iPhone non ce la può fare. Mi piace chi mi racconta del mare, senza per forza farmi vedere che come fai l’aperitivo a Ibiza, mai più nella vita. Mi piace chi usa Instagram perché ama la fotografia come strumento di racconto: e per racconto intendo che, pur con tutto il bene possibile, non mi entusiasmano le foto di uffici o comitive davanti a una pizza, così come i selfie a caso (e a cazzo).
Mi piacciono molte altre cose, ma non voglio dilungarmi troppo nella lista.
In sostanza, sulla base dei principi elencati sopra e di molti altri, ho dato una rinfrescata al mio feed. In meno di due settimane sono passato dal seguire 2.000 e passa profili a poco più di 700 following, con l’intenzione di arrivare al massimo a 4-500 entro breve. Risultato: feed pulito, foto di qualità, più piacere nell’esperienza di Instagram, meno tempo sprecato a scorrere tra foto anonime. Anche l’occhio vuole la sua parte.

Consulente per la comunicazione digitale. Mi occupo di Content Strategy, Content Marketing e Storytelling. Aiuto i miei clienti a progettare narrazioni e contenuti digitali che funzionano e portano risultati misurabili. Il mio approccio è media neutral: utilizzo indifferentemente testi, immagini e video per creare valore tangibile. Organizzo corsi di formazione in azienda, insegno presso l’Istituto Europeo di Design di Milano. Ho condensato parte del mio metodo di lavoro nel volume “Manuale di scrittura digitale creativa e consapevole” (Flaccovio, 2016), con l’obiettivo di aiutarti a produrre contenuti di livello eccezionale.
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