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Storytelling multimediale, la narrazione tra online e offline


Interactive Storytelling: alla scoperta delle regole, delle tecniche e degli esempi che portano a costruire storie interattive efficaci.

I media digitali permettono la rielaborazione di tutti gli aspetti della nostra comunicazione e della nostra vita. Anche il modo di raccontare storie è cambiato e lo Storytelling multimediale ne è un esempio: unendo media online e offline, è possibile lavorare a forme di narrazione del tutto nuove, molto incisive ed efficaci, costruendo una narrazione sorretta da contenuti di qualità.

Video, mappe interattive, contributi testuali e audio, se opportunamente utilizzati, concorrono così alla creazione e alla diffusione di un messaggio che può raggiungere una fetta sempre più ampia di pubblico. Un fatto storico o un evento pubblico o privato diventano un’esperienza in cui immergersi, apprendendo nuovi dettagli e suscitando forti emozioni.

Identikit dello Storytelling multimediale

Raccontare una storia utilizzando media diversi apre una miriade di opportunità: lo Storytelling multimediale può avere un impatto emotivo molto più profondo di quello delle narrazioni tradizionali, proprio perché si appoggia a piattaforme utilizzate per gestire la socialità online e a una scrittura creativa che deve per forza di cose tener conto delle regole di media a cui siamo sempre più legati. Ben oltre il mero aspetto funzionale del ricevere contenuti attraverso cui filtrare ed esaminare il mondo.  

L’utilizzo di forme e contenuti diverse permette la creazione di un prodotto più completo, che l’utente può esplorare e con il quale, alle volte, può interagire. Quest’ultimo punto è cruciale, perché risponde a un bisogno ben preciso che nel pubblico è sempre esistito, ma che solo negli ultimi decenni è davvero esploso in tutta la sua potenza, alimentando il fenomeno della serialità. Il pubblico, infatti, non ama che le storie finiscano: desidera poter intervenire, cambiare le cose: ciò è apparso evidente con l’avvento della fan fiction, racconti scritti dai fan che, partendo da un prodotto esistente – per esempio, Twin Peaks o Star Trek – ne sviluppa le linee narrative non sfruttate dalla sceneggiatura, oppure ne crea di nuove e originali.  

Attraverso lo Storytelling, le storie possono assumere forme diverse, adattandosi e sviluppandosi in tutto il loro potenziale: che sia la narrazione di un brand, così come mutuata da un progetto di Storytelling aziendale, una campagna pubblicitaria o il reportage giornalistico di un evento, le possibilità sono infinite. Lo Storytelling digitale permette di creare nuovi mondi: partecipati, interattivi, transmediali. Attenzione, però: più la posta in gioco è alta, più c’è bisogno di competenze ed esperienza. I diversi mezzi devono essere gestiti in maniera organica, il risultato deve essere una macchina perfetta e coordinata, l’attenzione per il design dei contenuti massima. Gli esempi di narrazione digitale possono essere molti e diversi tra loro. 

Ecco gli elementi fondamentali da cui partire per lo sviluppo di un progetto di Storytelling multimediale.

Cos'è lo Storytelling multimediale e come usarlo per raccontare la propria storia.

Quali sono i 5 elementi fondamentali dello Storytelling multimediale

Un progetto di Storytelling multimediale poggia su alcuni elementi, senza i quali non potrebbe esistere. Averne consapevolezza fin dall’inizio e svilupparli nel modo giusto, dedicando loro l’attenzione necessaria, è ciò che determinerà la riuscita o meno.

L’idea di partenza

La prima considerazione da fare riguarda la distinzione tra idea e storia. Possono esserci molte idee in apparenza vincenti, ma il bello viene quando esiste la possibilità di trasformarle in una storia, della quale bisogna individuare gli elementi cruciali prima di partire.

Una storia rientra all’interno di alcune categorie che costituiscono una sorta di struttura fissa attorno alla quale muovere tutti gli altri dettagli e personaggi. Lo sapevano perfettamente Propp, Greimas o Polti.  Un viaggio verso una meta sconosciuta o l’esplorazione di un luogo misterioso e lontano possono costituire un buon espediente, quell’elemento di rottura da cui nasce la ricerca di un nuovo equilibrio, che poi è incontrare di nuovo se stessi. Questa è una storia, detto in estrema in sintesi: il resto poi sta alla fantasia di chi scrive.

L’arco narrativo

Nel suo libro “Il viaggio dell’eroe”, lo sceneggiatore Chris Vogler descrive e analizza tutte le tappe dello sviluppo di una storia, che corrispondono all’arco narrativo. Occorre infatti che ci sia un inizio, una parte centrale e una finale. Non necessariamente vanno presentati in quest’ordine: la linea temporale può essere spezzata e ricostruita attraverso particolari meccanismi narrativi, quali i flashback. Un buon metodo per fare pratica nell’individuare questi meccanismi è, come sempre, imparare dai grandi maestri, provando ad analizzare alcuni film o serie tv e concentrandosi sui tagli che individuano la fine di una sequenza narrativa e sulle caratteristiche della stessa.

Il pubblico potenziale

A chi è rivolta la storia? Definire questo punto è fondamentale, perché la scelta del pubblico influirà sullo stile, sulla costruzione dei personaggi (ad esempio, per parlare a degli adolescenti sarà preferibile scegliere dei protagonisti che abbiano la stessa età), sui mezzi utilizzati. Quali canali sono i più funzionali per il messaggio da trasmettere? C’è bisogno di stimolare l’interazione del pubblico oppure no? Sono tutte domande legittime, alle quali si deve rispondere con attenzione prima di cominciare lo sviluppo di un progetto di Storytelling digitale.

Il Narratore e il punto di vista

Scegliere un narratore interno o uno esterno e onnisciente cambia completamente la portata di una storia. Proprio come in un romanzo o in un film, bisogna avere le idee chiare su chi racconterà la storia e in che modo lo farà. Potrebbero esserci anche diversi punti di vista, potrebbe trattarsi di una narrazione a più voci, dove i personaggi si passano la palla. Queste scelte si rifletteranno sui dettagli tecnici e operativi dell’operazione.

Cosa vede il pubblico

Sembra scontato ma, prima di partire con la realizzazione, occorre sapere che aspetto avrà il prodotto finito. Quante e quali sequenze bisogna girare, o se ci saranno degli effetti da aggiungere in post produzione, ad esempio. Uno storyboard può aiutare a definire le sequenze che andranno girate, proprio come accade con un film.

Importante, infine, la scelta dell’audio: c’è bisogno di una voce fuori campo? Quali saranno gli effetti sonori? C’è un audio ambientale? Tutti questi fattori vanno gestiti con attenzione e contribuiranno alla riuscita del progetto di Storytelling multimediale.

Storytelling e multimedia: come coniugare narrazione e mondi digitali

La forza dello Storytelling multimediale sta proprio nell’utilizzo di diversi media, che concorrono tutti alla realizzazione di un unico obiettivo comunicativo.

  1. Il video, per esempio, è il mezzo migliore per mostrare l’azione, per presentare i fatti nel momento in cui essi avvengono e nella maniera più attendibile. Può servire anche a mostrare un processo complesso, o un luogo geografico, mostrando dettagli che da una fotografia o da un altro tipo di contenuto non saprebbe possibile dedurre.
  2. Le foto fermano un istante e possono essere utilizzate per immortalare i momenti più significativi di un evento, che resteranno lì per sempre e continueranno a trasmettere emozioni a chi ne fruirà.
  3. L’audio e gli effetti sonori contribuiscono a emozionare, ma hanno anche una funzione esplicativa e, soprattutto, aiutano a immedesimarsi, a sentire di “essere proprio lì”. Del resto, guardare una partita di calcio senza la telecronaca non regala le stesse emozioni, giusto?

Il modo di raccontare storie è cambiato già molte volte, come ad esempio con l’invenzione della scrittura, e quasi certamente avrà ancora altre evoluzioni, che fatichiamo a immaginare. Ognuno di questi cambiamenti fornisce nuova linfa vitale, perché le regole vengono rielaborate, si cercano nuove strade, poco o per niente battute.

Come si crea una narrazione multimediale? Per prima cosa, è necessario identificare la storia: senza quella, la partita è persa a tavolino. Bisogna sceglierla con cura, frugando tra quelle a disposizione della realtà da raccontare. Proprio come in un film, dev’esserci azione e dei protagonisti forti, che possano conquistare il pubblico.

Uno storyboard è quasi sempre una buona idea, specie in presenza di contenuti ad alto livello visuale, per rendere i quali spesso adattare il Copywriting può non essere sufficiente.

Scrivere uno storyboard non è un’operazione semplice, perché significa mettere insieme elementi molto diversi e richiede una capacità di pensiero non lineare. Superato questo scoglio, si passa alla scelta del o dei media che hanno, come è stato già ricordato, caratteristiche e potenzialità molto diverse.

A questo punto è necessario partire con la creazione dei contenuti e lo sviluppo della storia, che deve avere una forma narrativa. Per non rischiare di perdersi o perdere qualcosa, è buona norma creare una banca dati di tutti i materiali, compresi eventuali reportage fotografici o video degli eventi che si svolgeranno in diretta, proprio come ricordato nei consigli per lo Storytelling multimediale a questo link.

Per avere un’idea della potenza che lo Storytelling multimediale può avere, ecco infine come può essere utilizzato per dare voce alle persone colpite da una catastrofe, come l’uragano Katrina, che devastò New Orleans nel 2005.

  

10 idee per lo Storytelling multimediale

Per quanto ogni progetto di Storytelling multimediale sia diverso, c’è una base comune da cui partire, per essere sicuri di procedere nella giusta direzione. La voglia di passare all’azione deve sacrificarsi, in un primo momento, per lasciare spazio alla progettazione, che è una fase fondamentale, senza la quale le possibilità di successo si riducono o, in alcuni casi, si azzerano. Niente va lasciato al caso, anche se dietro non c’è un investimento cospicuo: se il contenuto è di qualità, studiato in funzione del pubblico e dei mezzi e offerto nella maniera giusta, allora funzionerà.

Scegliere il mezzo giusto

Non tutti i mezzi sono uguali, quindi è legittimo domandarsi quale sarà il più adatto a diffondere i contenuti. Perché un progetto funzioni, non si può essere approssimativi sotto questo aspetto. Dai mezzi di comunicazione tradizionali ai social network, ognuno ha i suoi codici e il suo pubblico: per intercettarlo bisogna andare nella sua stessa direzione. I contenuti vanno pianificati ed eventualmente adattati: per esempio, un video di lunga durata potrà essere diviso in clip per la pubblicazione sui social network, dove la soglia di attenzione è notoriamente più bassa.

Individuare la storia

Mai sottovalutare la potenza delle storie. Se fanno parte da sempre della vita dell’uomo, del resto, un motivo ci sarà, ed è che i messaggi comunicati sotto forma di narrazione sono molto più potenti. Non tutte le storie, però, sono adatte a un progetto di Storytelling multimediale: bisogna sapere quali scegliere, e non aver timore di scartarne alcune. La scelta è dettata quasi sempre da elementi emozionali, che bisogna saper tradurre in un’architettura narrativa solida.

Emozionare in modo intelligente

Dalle immagini fisse agli effetti sonori, dalla scelta delle parole all’aspetto dei protagonisti, tutti gli elementi di un progetto di Storytelling multimediale devono andare in una direzione ben precisa: l’obiettivo è emozionare il pubblico. Un messaggio pubblicitario, un’informazione o qualunque altro tipo di comunicazione passeranno più facilmente se si tocca la leva delle emozioni. Il difficile, semmai, è non eccedere in emozioni di facile consumo, scontate, quasi banali: il rischio è ottenere l’effetto opposto, allontanando così il pubblico dal messaggio invece di renderlo parte integrante della narrazione.

Semplificare

Lo Storytelling multimediale, se usato nella maniera giusta, permette di semplificare ciò di cui si parla e di trasmettere informazioni molto complesse in maniera accessibile. Attraverso le immagini e i video, il pubblico potrà familiarizzare con temi ostici, di non immediata comprensione: pensiamo alla tecnologia, alla medicina o perfino alle analisi economiche e geopolitiche. Tutti temi che il giornalismo fa fatica a raccontare, se non affidandosi a tecniche molto più vicine allo Storytelling.

Ma c’è di più: i clienti potranno comprendere più facilmente il funzionamento di un prodotto, perché lo vedranno in azione o ne vedranno gli effetti. Anche i programmi didattici possono trovare nuova linfa nelle narrazioni digitali, e lo Storytelling a scuola può diventare un valido alleato della formazione e dell’insegnamento.   l

Scegliere video di alta qualità

Oggi è possibile girare un film con un telefono cellulare, e tutti hanno a loro disposizione degli strumenti con cui fotografare, riprendere, registrare. L’immediatezza non deve però portarci (come sta facendo) a rinunciare alla qualità del contenuto finale. Tutti rivedono più che volentieri le immagini della vittoria italiana ai mondiali dell’82 e provano ancora fortissime emozioni, ma i tempi (e le telecamere) erano ben altri. Oggi i contenuti video devono avere uno standard alto, oppure rischiano di passare inosservati: anche questo è Content Design.  

Attenzione alla Call to action

Dopo aver sviluppato dei contenuti forti, declinati nella maniera adeguata e pensati per il giusto pubblico, è importante coinvolgerlo chiedendogli di agire. I modi possono essere diversi, anch’essi studiati appositamente: un semplice link alla fine di un video può funzionare perfettamente, purché il messaggio nei confronti del pubblico sia forte.   

Creare contenuti visuali che funzionino

Gli elementi di un progetto di Storytelling multimediale devono essere in grado di camminare sulle loro gambe. Questo vuol dire che una foto o un contenuto video devono funzionare anche senza un testo esplicativo di accompagnamento: non deve esserci il rischio che il messaggio non venga recepito, o peggio, venga frainteso. Produrre contenuti di qualità vuol dire anche creare contenuti autosufficienti, che non hanno bisogno di ulteriori spiegazioni, anche grazie a un’adeguata Content Strategy di supporto.

Considerare il contesto

La fase di progettazione è quella in cui si possono e si devono fare tutti i test necessari per verificare i contenuti. Bisogna tenere conto del contesto in cui si opera, e rivedere i dettagli per fare in modo che non ci siano conflitti, per esempio, tra i colori scelti e quelli rappresentativi del brand, ma anche nel modo che solitamente ha di comunicare. Apportare dei piccoli cambiamenti può rivelarsi una strategia vincente, stravolgere tutto può generare un senso di smarrimento nel pubblico, che non sarà più nelle condizioni di individuare un elemento riconoscibile e sicuro, che lo faccia sentire “a casa”.

Considerare le diverse piattaforme disponibili

Lo Storytelling multimediale può utilizzare tutte le piattaforme e i canali offline che sono disponibili. Questo non vuol dire che bisogna farlo per forza: meglio puntare su tre-quattro medium, se le forze sono poche o se il pubblico è soltanto lì, che rischiare di strafare. Di volta in volta, però, bisogna valutare l’integrazione dei social network con i mezzi tradizionali e farsi guidare dalle necessità comunicative.

Prepararsi alle domande

Durante e dopo la presentazione di un progetto, ci saranno domande. Tante. È del tutto fisiologico, ma è necessario essere pronti a rispondere agli utenti, ai clienti, ai giornalisti fornendo loro gli elementi per approfondire. Se gestito nella maniera corretta, questo confronto può essere fondamentale per l’evoluzione delle relazioni con il pubblico.

Alcune piattaforme per lo Storytelling multimediale

Negli ultimi anni sono stati sviluppati molti strumenti per lo Storytelling multimediale. Alcune continuano a essere utilizzate soltanto dagli addetti ai lavori, ma sono dei validi strumenti da utilizzare anche per il Personal Branding o per sviluppare piccoli progetti, come per esempio il racconto di una vacanza o di un’esperienza formativa. Vediamone alcune.

Steller

Steller è una piattaforma ormai molto longeva, con la quale è possibile creare delle storie unendo immagini, testo e brevi video. I link possono essere condivisi su siti e social network e non è necessario essere iscritti per accedervi, soltanto per la creazione dei contenuti. Molti fotografi, soprattutto all’estero, l’hanno utilizzata per promuovere i loro lavori.

Medium

Medium è il social della scrittura, sul quale anche molti narratori, Copywriter o Web Writer hanno trovato uno spazio per raccontarsi e raccontare il proprio lavoro, ha allargato gli orizzonti. Con le Medium Stories è possibile integrare il contenuto testuale con le immagini, creando un’esperienza più immersiva per l’utente.

Atavist

Disponibile per uso personale o professionale, la piattaforma Atavist è inizialmente nata per il giornalismo, sviluppata pensando che “la narrazione digitale è un mestiere artigianale”. Facile da utilizzare, permette di aggregare articoli, video, immagini, podcast e tutto quello che può contribuire a raccontare una storia o un evento realmente accaduto.

Story Maps

Story Maps offre la possibilità di inserire delle mappe interattive nella narrazione, per  raccontare storie o itinerari di viaggio. Fruibile da pc, tablet e smartphone, Story Maps può essere utilizzato anche per lo Storytelling del territorio, scoprendo i punti di riferimento geografici e aggiungendo foto, video, materiali testuali.

iBooks Author

Sulla piattaforma Apple si possono creare dei libri unendo immagini e testo molto semplicemente, per scopi personali, professionali o educativi. L’interfaccia è funzionale e intuitiva, e il libro può essere importato su InDesign per ulteriori modifiche.

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