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Il caso Saatchi: tutta la verità


Il caso Saatchi tutta la verita

Tutto ciò che c’è da dire è stato detto dal giudice”. A parlare così, Renato Soru. E’ il 22 aprile 2011 e il Tribunale di Cagliari lo ha appena assolto con formula piena dall’accusa di turbativa d’asta, per non aver commesso il fatto, e abuso di ufficio, perché il fatto non sussiste. Assieme a Soru, assolti con formula piena Fabrizio Caprara, amministratore delegato di Saatchi & Saatchi, e i fratelli Sergio e Marco Benoni, responsabili del consorzio Sardinia Media Factory. Uscendo dall’edificio, il fondatore di Tiscali, ex presidente della Regione Sardegna e capo corrente del PD locale, chiude con questa frase una vicenda nervosa, pieni di lati oscuri, presentata al grande pubblico in modo frammentario e discontinuo.

Il caso è chiuso? La giustizia si è pronunciata e quindi ci si deve attenere al verdetto. Ma come in ogni giallo che si rispetti, la grande Trama ne nasconde altre. Più piccole, nascoste, ma non per questo meno interessanti. Ne è convinta Anna Tita Gallo, una giornalista che lavora nella provincia lontana dai riflettori, occupandosi di pubblicità e marketing. Si imbatte nel caso Saatchi & Saatchi quando ancora il bubbone deve scoppiare del tutto. Inizia a seguirlo assiduamente. Raccoglie materiali, opinioni, punti di vista. Si documenta. E si convince che non è stato detto tutto. Sente uno dei protagonisti di questa vicenda: Aldo Brigaglia. Insieme danno vita a un libro. Due autori per due storie che si incontrano: la grande Trama che ha scosso la Sardegna e la piccola trama di chi, pur denunciando quello che sembrava all’inizio un caso di appalti truccati, alla fine si trova sotto processo.

Ho tra le mani “Il caso Saatchi: tutta la verità”, edito da Tema edizioni. Poco più di 120 pagine che ho sbranato in un pomeriggio. Un libro che non è una difesa postuma, ma un tentativo di delineare la questione nella sua complessità, in modo accorato, affidandosi alla voce di uno dei protagonisti.

Ma facciamo un passo indietro. Tutto nasce da una campagna pubblicitaria da 56 milioni di euro. La Regione Sardegna ha deciso di investire in comunicazione istituzionale, per raccontare al mondo potenzialità e risorse del territorio isolano. Indice una gara, sulla quale iniziano ad addensarsi nubi che sanno di favori, presunte irregolarità, appalti pilotati, conflitti di interesse. Pare che l’assegnatario, Saatchi & Saatchi, voglia subappaltare una parte consistente dell’incarico a Sardinia Media Factory. Un gruppo di imprese regionali guidato da persone che in precedenza hanno ricoperto incarichi importanti in Tiscali. La stessa Saatchi & Saatchi si era occupata di alcune campagne per la telco di Sa Illetta.

Questo e altri particolari alimentano i dubbi, finché uno dei commissari, lo stesso Brigaglia, decide di denunciare quelle che a suo avviso sono pesanti irregolarità. Il resto è noto: il Consiglio Regionale della Sardegna istituisce una commissione speciale con il compito di indagare sui fatti. Le anomalie vengono accertate (almeno in prima istanza), la gara viene annullata. Parte l’inchiesta, che si conclude con avvisi di garanzia a raffica: abuso d’ufficio, falso, turbativa d’asta. Intanto la vicenda cresce e, come una valanga, va a colpire chiunque incontri sulla propria strada, fino a lambire le porte di Palazzo Chigi.

Si arriva alla fase dibattimentale: il Tribunale sorprende tutti e ribalta l’impianto accusatorio iniziale, assolvendo i principali imputati. Brigaglia, che aveva denunciato il fatto, finisce sul banco degli imputati anche a causa di una serie di vizi di forma e cavilli burocratici.

Il bubbone si sgonfia di colpo. Il caso è chiuso. Tutto ciò che c’è da dire è stato detto dal giudice. O forse no, e allora conviene leggere con molta attenzione “Il caso Saatchi: tutta la verità”.

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