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Content curation: cos’è, come farla bene, con quali strumenti


Content curation significa proporre ai propri lettori i contenuti giusti, ma soprattutto offrire una chiave di lettura che li metta in grado di comprendere meglio il contesto di una notizia. La Content curation è uno strumento indispensabile per chi fa Content Marketing

L’originalità premia, e su questo siamo tutti d’accordo. In ogni piano editoriale che si rispetti, però, c’è spazio anche per la Content curation, un’attività che può rafforzare il coinvolgimento sui canali social media, dare nuova e più duratura vita ai contenuti e aiutarci a diventare un punto di riferimento per il lettore. In che modo? Semplice, ci prendiamo il tempo di selezionare al posto suo notizie, materiali e approfondimenti e gli proponiamo una sintesi ragionata di ciò che sappiamo interessargli. 

Dagli articoli più o meno lunghi, ai video, dai contenuti social a tutti gli altri materiali che quotidianamente vengono riversati in Rete, infatti, c’è una tale abbondanza che a volte distinguere l’elemento di reale valore diventa difficile. Saper selezionare i contenuti, quindi, è un servizio che offriamo al nostro pubblico e deve rispondere ad alcune caratteristiche. Vediamo quali sono e in cosa consiste la Content curation. 

Content curation: cos’è, quali vantaggi comporta e perché farla

Perché dovremmo aver bisogno di qualcuno che sceglie contenuti pubblicati da altre fonti e ce li propone con un breve commento o, comunque, in modo ragionato? Perché non abbiamo tempo e anche la nostra capacità di discernere i contenuti importanti da quelli secondari non sempre è al massimo delle forze. 

Per esempio, potremmo partire dal fatto che il Web non è pensato per configurarsi come un universo popolato da soggetti autoreferenziali, ma vive di interazioni. In quest’ottica, la Content curation è un mezzo per intensificare i rapporti di valore tra persone e realtà: se qualcuno ha scritto un articolo interessante sull’argomento di cui solitamente ci occupiamo nel nostro blog, partendo magari da un punto di vista totalmente inaspettato, perché non dovremmo dare ai nostri lettori la possibilità di poterlo consultare?

Da questo punto di vista, come è facile capire, Content curation vuol dire anche instaurare relazioni, anche se non è questo l’obiettivo principale. Curare i contenuti, infatti, significa compiere due operazioni distinte: per prima cosa, occorre individuare cosa è davvero valido e cosa non lo è. Non sempre è facile, anzi: nella moltitudine di articoli, video, post che affollano il Web, già questa parte può rivelarsi complessa. La seconda parte consiste nel trovare la maniera giusta di riproporre i contenuti, in modo che possano vivere ancora ed essere nuovamente condivisi dagli utenti, generando quel coinvolgimento che può partire solo dall’aver condiviso un contenuto di valore. In questo modo, se lavoriamo bene, potremmo essere percepiti come esperti, autorevoli in un determinato campo e degni di fiducia.

La Content curation non va affrontata a cuor leggero, ma comporta delle responsabilità nei confronti dei lettori e del nostro cliente (o di noi stessi, se la facciamo sui nostri canali): certo, è una via più breve per ottenere dei contenuti, ma non significa che sia gratis o che non richieda tempo ed energie. Ci vogliono delle competenze adeguate e un approccio aperto, grande curiosità e voglia di confrontarsi, di approfondire un argomento e affrontarlo con approcci diversi.  

Content curation e Content Marketing: scegliere i contenuti più utili per i propri interlocutori

Il lavoro di Content curation consiste nel trovare i migliori contenuti su un determinato argomento (quello che interessa il nostro pubblico) e presentarli in maniera personale, perché ogni post deve mantenere uno stile coerente con quello abituale. Si tratta di un’operazione che presuppone una prospettiva umana integrata, e che ha come obiettivo inserire nel calendario editoriale dei contenuti di qualità provenienti da voci diverse, ma anche estendere la vita dei contenuti già esistenti. Viene da sé che, quindi, la Content curation non può essere equiparata a una mera aggregazione di contenuti, nella quale manca l’elemento umano. Piuttosto, se usata bene può diventare un elemento fondamentale di una consulenza Content Marketing

Ecco alcuni consigli del Content Marketing Institute per fare Content Curation in maniera professionale.

  1. Proporre una selezione settimanale delle news più importanti riguardo la nicchia nella quale operiamo: può trattarsi di un servizio utile, con il quale evidenziare i principali eventi e i cambiamenti che riguardano quel settore. In questo modo il pubblico resterà sempre informato.
  2. Inserire la Content curation nel calendario editoriale: creare un appuntamento ciclico per il pubblico aiuta a fidelizzarlo il pubblico. Possiamo chiedere anche il suo aiuto per favorire la diffusione del contenuto e magari sviluppare un format ad hoc per la rubrica.
  3. Soprattutto quando il team editoriale è ristretto, lavorare tutti insieme alla Content curation si rivela di grande aiuto, perché tutti i membri possono proporre qualcosa di nuovo, con uno sforzo limitato da parte di ognuno.
  4. Incorporare il contenuto esistente in uno nuovo per renderlo visibile. La Content Curation vive anche di contenuti riproposti dopo un breve aggiornamento, in modo da essere sempre in linea con ciò che accade, sempre attuali. Per questo motivo bisogna monitorare le performance di tutti i contenuti, dagli articoli del blog alle presentazioni, ai post sui vari social media, per selezionare quelli che hanno del potenziale: se dopo 6 mesi ottengono ancora dei risultati, significa che il pubblico lo reputa di interesse e che quel contenuto è adatto a un’operazione di Content curation.
  5. Scegliere i migliori contenuti disponibili, quelli che aggiungono valore e che possano aiutare il pubblico ad avere una visione il più completa possibile di un argomento: il lettore deve investire il proprio tempo, senza sprecarlo.
  6. Informarsi sulle ultime ricerche nel settore di interesse e curare quei contenuti, per offrire al pubblico spunti sempre nuovi, anche attraverso l’utilizzo dei dati, che possono essere commentati con opinioni personali.
  7. Coinvolgere gli influencer del settore nella Content curation, per avere delle opinioni attendibili e riconosciute, ma anche per poter conoscere altri influencer, tramite loro.
  8. A ciascuno il suo contenuto (da curare): se alla Content curation partecipano più persone, ognuno può occuparsi di ciò che conosce meglio e dare il suo contributo in maniera significativa.

Consigli per fare un’ottima Content curation

C’è un primo, importante consiglio, per chi vuole fare un’ottima Content Curation, sui profili personali o sulle pagine e i siti che gestisce per lavoro: pensare in analogico. A dispetto dei mezzi su cui e con cui operiamo, e sui quali i contenuti vivono, infatti, questo lavoro è legato ancora a filo doppio all’elemento umano

Perciò, per prima cosa, quando scorriamo i newsfeed alla ricerca di articoli da condividere e da programmare, poniamoci una domanda molto semplice: se quello che stiamo leggendo fosse un giornale o una rivista di carta, su quale pagina ci soffermeremmo tanto da piegarne un angolo o metterci un segno per ricordarci di quel contenuto? 

Quale trafiletto ci verrebbe voglia di ritagliare per farlo leggere agli amici o ai colleghi? Salvare un articolo online è un’operazione quasi banale, per la quale basta un clic, ma portare questa operazione fuori dal digitale, pensarla come se dovesse accadere in un mondo analogico può forse servire a comprenderne meglio la portata. 

L’elemento umano, poi, torna a spiccare quando il contenuto va preparato per  la pubblicazione, con un Copywriting adeguato, per mettere in risalto cosa c’è scritto di importante nell’articolo (anche una citazione va bene), ma anche per spiegare al lettore che legame ha con noi, perché abbiamo deciso di condividerlo, se siamo o meno d’accordo su quanto affermato e quali sono le nostre motivazioni. Non dimentichiamo, inoltre, di chiedere anche al nostro utente cosa ne pensa: questo può generare un coinvolgimento e una discussione che portano traffico ma, soprattutto, che danno valore ai nostri canali, tramite il coinvolgimento. 

Sembra scontato, ma non lo è: pubblichiamo solo ciò che è in linea con la nostra esperienza, con il settore in cui siamo specializzati e competenti e nel quale operiamo. La Content Curation non serve a tappare i buchi del piano editoriale, non è un modo veloce di riempire le caselline in un file Excel: meglio non farla, se si parte con questa idea, perché sarebbe soltanto una perdita di tempo e di energie. È molto importante, inoltre, che il contenuto risponda a bisogni e agli interessi del nostro pubblico. Se gestiamo un blog di cucina, difficilmente qualcuno si aspetterà che condividiamo sulla nostra pagina Facebook un articolo sull’Augusta Masters, a meno che ci siano dei risvolti culinari nella notizia. Sarebbe una perdita di tempo sia per noi che per i lettori. Anche se ci occupiamo di una nicchia, facendo un po’ di ricerche e utilizzando alcuni dei tool di cui parleremo tra poco, verrà fuori moltissimo materiale da usare per la Content curation, perché ogni argomento ha sempre centinaia di sfumature e di declinazioni. E possiamo usarle tutte, così non ci mostreremo mai scontati e non saremo mai a corto di idee. 

Molti tool permettono di farlo direttamente, in ogni caso è sempre bene programmare i contenuti in modo da avere sotto controllo i copy dei post e le date con gli orari di pubblicazione. Come per le altre condivisioni, poi, bisogna monitorare le performance e misurare i risultati, raccogliendo le evidenze ottenute in apposite relazioni scritte, così da poter aggiustare il tiro strada facendo e migliorare la Content Curation. Infine, ricordiamo sempre che i social media sono fatti per l’interazione e che non c’è niente di più soddisfacente di una menzione o di un tag: citare gli autori del contenuto originale è un bell’’esercizio di correttezza da non dimenticare. 

Tool da utilizzare per fare Content curation

Abbiamo appena visto perché è importante dedicare tempo e spazio alla Content Curation, in un piano di comunicazione così come per il personal branding. Si tratta di un’attività che per dare i suoi frutti ha bisogno di tempo, perché selezionare i contenuti giusti, quelli che fanno al caso nostro e che, di conseguenza, troveranno spazio nella nostra pianificazione, è un’operazione lunga. Ma per fortuna ci sono una serie di piattaforme che possono agevolare questa ricerca. Vediamo quali sono alcuni tool da usare per fare Content Curation.

Zest 

È un tool gratuito nel quale trovare contenuti di qualità legati al marketing, approvati da professionisti e suddivisi in varie categorie, con la possibilità di personalizzare il feed attraverso la scelta dei tag.

ContentStudio.IO 

È una piattaforma completa per il Content marketing, attraverso la quale si possono gestire anche i Social media. Un tool piuttosto recente, sebbene già di successo, implementato di continuo sulla base dei feedback degli utenti.

Post Planner 

Qui si possono trovare contenuti da inserire nella pianificazione sui diversi social media e sul blog. Dopo la prova gratuita di 30 giorni, tutte le versioni disponibili sono a pagamento.

Anders Pink 

È un altro tool piuttosto recente, che ha già avuto riscontri positivi, grazie alla user e

experience differente rispetto ai competitor. I contenuti sono aggiornati e selezionati tra quelli che stanno registrando le migliori performance sui social.

Buzzsumo

Uno dei migliori strumenti di sempre: Buzzsumo è utile per identificare gli influencer, così come per trovare contenuti attraverso le keyword, oppure in uno specifico dominio.

Refind 

Ha un’ottima funzione di ricerca che permette di trovare contenuti perfettamente in linea con l’argomento richiesto. È disponibile anche in versione App mobile.

ContentGems

Una selezione di contenuti provenienti da centinaia di fonti diverse online, dalla quale attingere per la propria Content Curation. Il tool permette anche l’invio di una newsletter settimanale con gli articoli selezionati.

Pinterest

Non è solo un ottimo canale per trovare nuove ispirazioni sui più disparati argomenti: Pinterest è ottimo anche per la Content Curation, perché attraverso delle ricerche più approfondite si trasforma in una vera e propria miniera di contenuti. 

Quuu

Con diversi piani, compreso quello gratuito, Quuu permette di trovare contenuti sulla base dei suggerimenti lasciati da altri utenti, riguardo allo stesso argomento. 

Ahrefs

Uno strumento completo e funzionale per la Content curation, che sceglie i contenuti da mostrare a seconda dello scopo che si vuole raggiungere. È disponibile, però. soltanto nella versione a pagamento.

Triberr

Molto utile per le ricerche che riguardano una specifica nicchia, perché permette di entrare in un gruppo che ha interessi comuni e approfondire l’argomento attraverso contenuti di vario tipo.

DrumUp

Con la possibilità di vedere i contenuti salvati e programmati sotto forma di calendario, questo tool è un buon alleato del Content curator, al quale offre un’ottima user experience.

Quora

Soprattutto fuori dal nostro Paese, questo tool sta riscuotendo grande successo per trovare risposte a una miriade di domande. Questo lo rende perfetto per attingere a informazioni e contenuti aggiornati sugli argomenti più in voga.

MyCurator per WordPress

Un plugin di WordPress con diverse funzioni: si possono condividere contenuti anche con un’opzione automatica, così come salvarli per averli a disposizione in un secondo momento.

Twitter List

Anche le liste di Twitter sono uno strumento di cui tenere conto nella Content Curation, per monitorare influencer, notizie, e altri contenuti di rilievo.

Learnist

Un tool gratuito su cui trovare contributi di esperti in materie differenti, provenienti da ogni parte del mondo. Disponibile anche in versione pro a pagamento.

Slideshare

Uno strumento che permette di condividere le proprie presentazioni sui più vari argomenti, e di attingere ai materiali caricati da altri utenti, in uno scambio di conoscenza e informazioni.

List.ly

Questo tool sfrutta le liste per catalogare e offrire contenuti su vari argomenti, che possono essere votati dagli utenti e quindi scendere o salire di posizione (e attendibilità).

Pearltrees

Un tool a pagamento che dà accesso a contenuti già curati da altri professionisti, con la possibilità di trovare ottimi articoli di nicchia.

Nuzzel

Tool gratuito con una versione desktop e un’App mobile, Nuzzel monitora ciò i contatti condividono ed estrapola i contenuti migliori dal newsfeed.

Pressly

Poter condividere i contenuti da curare con il team che dovrà lavorarci è uno dei vantaggi di questo tool. Il prezzo dell’abbonamento è consistente, ma si tratta di uno strumento pensato per le imprese.

Altri tool per fare Content Curation online sui social media

La lista di tool che agevolano e supportano il lavoro di Content curation online non finisce qui, perché tra tutti quelli disponibili ce ne sono alcuni particolarmente validi. Ecco quali sono i migliori da utilizzare secondo Forbes.

Curata 

Permette una ricerca di contenuti per keyword, autore e fonti, da condividere o programmare su altri canali, aggiungendo un testo personalizzato e anche delle immagini royalty free. Unica pecca: c’è bisogno di un po’ di pratica per abituarsi all’interfaccia.

Pocket 

Molto funzionale per salvare articoli da leggere in futuro, video e storie, da scegliere in base all’argomento. Si può fruire dei contenuti anche offline, da qualsiasi dispositivo. Oltre alla versione gratuita, ne esiste una Premium, senza pubblicità e con più funzioni. 

Scoop.it 

È una piattaforma completa per la Content Curation. In base alle categorie selezionate, propone degli articoli da condividere, inoltre i contenuti possono essere scelti tra quelli condivisi da altri utenti. È disponibile in versione gratuita e a pagamento.

Feedly 

Con Feedly si possono salvare contenuti da leggere o ascoltare più tardi, ma anche condividerli su Buffer e Hootsuite per programmarne la pubblicazione sui social media. La versione a pagamento permette la condivisione su WordPress.

PublishThis 

Anche questo tool suggerisce i contenuti sulla base delle categorie selezionate, con la possibilità di condividerli facilmente sui vari social media e di monitorare i risultati raggiunti, per capire quali hanno registrato le performance migliori.

Qualche libro sulla Content Curation

Per approfondire l’argomento e sapere come avvicinarsi a questo lavoro, ecco infine alcuni titoli sulla Content curation.

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