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Storytelling, giornalismo e informazione: il racconto della postmodernità


Storytelling e giornalismo. Un rapporto molto lungo che nasce ai tempi dei primi reportage di inizio 1900. In che modo lo Storytelling può aiutare le tecniche di scrittura giornalistica. Regole, esempi, consigli e riflessioni su come raccontare la modernità grazie alla scrittura giornalistica.

Storytelling e giornalismo sono sempre andati a braccetto, ben prima dell’avvento del digitale. Un reportage, un editoriale, il resoconto di un evento: sono solo alcuni esempi, ma ci ricordano che scrivere un articolo vuol dire anche dare voce alle storie di chi ha vissuto in prima persona un fatto. Le vite dei protagonisti. Di chi era lì mentre tutto stava accadendo:  è così per le guerre, per le manifestazioni sportive, per gli avvenimenti che cambiano la storia e per quelli minori, che passano senza troppo clamore tra le maglie della cronaca e della vita.

Che relazione ha lo Storytelling con il giornalismo? Bene, innanzitutto cominciamo col dire che oggi si parla di Storytelling e informazione quasi solo in relazione al Brand Journalism, particolare strategia di produzione di contenuti Web e informazioni che piega le tecniche di racconto giornalistico alle logiche di Marketing e di promozione dell’azienda. Ci può stare, ma è una visione molto semplificata della questione, perché le figure dello Storytelling specialist e del giornalista possono sovrapporsi e lavorare fianco a fianco in molti altri settori. Pensiamo ad esempio alla realizzazione di un White Paper, documento nato in ambito politico e sociale, oggi molto utilizzato in ambito giornalistico e aziendale. 

Ripercorriamo in breve la storia, partendo da alcuni famosi reportage di eventi storici, per scoprire come il buon giornalismo può essere anche grande Storytelling.

Storytelling, informazione e giornalismo. Raccontare la modernità non è più legato esclusivamente alla separazione tra fatti e opinioni. Oggi bisogna coinvolgere il lettore in esperienze immersive. Non credo che lo Storytelling stia danneggiando il linguaggio giornalistico: se fatto bene, lo può aiutare a costruire narrazioni efficaci della realtà.

Le origini dello Storytelling nel giornalismo

L’uomo ha sempre trovato interessanti e istruttive le storie, è sempre stato attratto dai racconti, come testimoniano millenni di letteratura, a partire dall’epica. I poeti e i letterati hanno cantato le più grandi imprese eroiche, antiche e moderne, in pagine che leggiamo e apprezziamo ancora. Oppure pensiamo alla struttura delle fiabe, il cui scopo principale è trasmettere norme, valori morali e conoscenze ancestrali attraverso una serie di personaggi che incarnano vere e proprie metafore del vivere.

Il giornalismo, invece, è nato dall’esigenza borghese di documentare in maniera dettagliata tutti gli accadimenti di un determinato periodo: i giornalisti hanno raccolto il testimone di monaci, amanuensi e redattori di cronache, facendo della notizia un pane quotidiano e impegnandosi a divulgarla. Il linguaggio giornalistico, specie quello delle origini, ha inoltre attinto molto dai codici preesistenti, come la letteratura, la cronachistica o l’aneddotica, nutrendosi di essi per gettare le basi di un nuovo modo di narrare il mondo. Per questo motivo, ritengo che anche in tempi non sospetti ci sia stato più Storytelling nel giornalismo di quanto si creda. Anzi, dirò di più: uno Storytelling più autentico, non viziato dal desiderio artefatto di stupire a tutti i costi con narrazioni pubblicitarie ben congegnate. Di fatto, le tecniche di Storytelling, il Web Writing e la scrittura persuasiva del Marketing non andavano ancora a braccetto.  

L’evoluzione della narrazione giornalistica: il reportage e lo Storytelling

Con il tempo il giornalismo ha affinato le sue tecniche e definito nuove forme e strumenti, come quella del reportage, esempio di Storytelling che innanzitutto era testimonianza diretta e raccolta sul campo di un fatto da un cronista o inviato speciale. Nel primo decennio del ‘900, per esempio, mentre l’Europa era in preda all’euforia delle automobili e della velocità e si respirava un’atmosfera da fin de siècle, alcuni coraggiosi visionari raccolsero la sfida di raggiungere Pechino in automobile, partendo da Parigi. Un battesimo di fuoco per i coraggiosi partecipanti, ma anche per il giornalismo sportivo, che per la prima volta si misurò con un evento da raccontare in diretta. A bordo dell’Itala guidata dall’unico italiano in gara, il principe Scipione Borghese, Luigi Barzini – che pochi anni prima aveva documentato la Guerra russo-giapponese – inviava al Corriere della Sera e al Daily Telegraph notizie dettagliate su quanto accadeva lungo la strada.

Durante il ‘900, il reportage giornalistico ha abbracciato i toni dell’antropologia, come nel lavoro di Ryszard Kapuściński. Per lui scrivere era il mezzo per analizzare il mondo, tutto ciò di cui era circondato. Ma quell’universo poteva essere raccontato con le parole solo a patto di di viverci dentro, di essere completamente immersi.  Un’idea non molto dissimile a quella di Bronislaw Malinowski, che per primo teorizzò il concetto di osservazione partecipante, destinato a rivoluzionare la ricerca etnografica.

Dal suo grande successo, Il Negus: splendori e miserie di un autocrate (1978), a In viaggio con Erodoto (2004), Kapuściński ha totalmente rinnovato e reinventato il reportage, prima con l’impiego di tecniche narrative, poi con il racconto del primo reporter della storia, Erodoto: un viaggio mentale sulle tracce dello spostamento fisico attraverso i luoghi e lungo una linea temporale.

Storytelling digitale e giornalismo 

Nell’era digitale il giornalismo ha cambiato pelle. Se la prima e sostanziale differenza rispetto al passato è nei tempi di produzione e consumo delle notizie, che invecchiano molto più facilmente, la seconda è certamente la necessaria rielaborazione delle forme e dei mezzi. I contenuti devono catturare l’attenzione di un lettore sempre più distratto e sottoposto a un numero crescente di stimoli: non può essere banale, altrimenti rischia di essere una goccia nel mare e di passare del tutto inosservato. Lo Storytelling giornalistico ha bisogno di approcci freschi, di idee semplici ma incisive, come ha sottolineato per esempio Jacqui Banaszynski. Ciò che la giornalista vincitrice del premio Pulitzer propone è riassunto efficacemente in questo articolo: per creare un buon contenuto bisogna cambiare strada, essere pronti a lasciare il sentiero già battuto per uno meno frequentato. Dopotutto, l’originalità è nascosta dove nessuno sta cercando.  

8 Tecniche di Storytelling applicato al giornalismo

Secondo la Banaszynski, esistono almeno otto tecniche di Storytelling digitale  che è possibile applicare alla scrittura giornalistica.

  1. Partire da un profilo e creare personaggi guidati da uno scopo. Questo criterio può non essere applicato esclusivamente alle persone: è possibile ricostruire il profilo di un edificio, oppure di un evento.
  2. Invece di limitarsi all’esposizione dei fatti, si possono raccontare i meccanismi. Il funzionamento delle cose piace molto ai lettori ed è un tipo di scrittura creativa che contribuisce ad aumentare la partecipazione emotiva agli eventi (e ai meccanismi) narrati.  
  3. Fare Storytelling giornalistico significa avere una visione d’insieme e, al contempo, scendere nei dettagli, per capire se c’è un quadro generale di cui poter parlare.
  4. Il buon vecchio “segui i soldi” vale anche nello Storytelling giornalistico. L’indagine è un altro approccio possibile alla storia che si vuole raccontare, partendo dai documenti che si hanno a disposizione.
  5. Anche la narrazione è una modalità da considerare: un personaggio, un’ambientazione, la tensione necessaria perché il racconto funzioni, et voilà.
  6. A volte concentrarsi su un momento preciso della storia può essere la scelta giusta.
  7. In altri casi, invece, può funzionare meglio il racconto a più voci, quello che fornisce diversi punti di vista. Ciò che bisogna sempre tenere a mente è che l’originalità premia, anche nello Storytelling giornalistico: quindi perché non trovare un modo unico di raccontare?
  8. Infine, il racconto giornalistico non deve poggiare per forza sulle parole o sul Copywriting. Fotografie, illustrazioni o grafiche possono essere il veicolo migliore per la storia che stiamo per raccontare, grazie alla loro immediatezza: dopotutto, le riflessioni sul Design dei contenuti digitali ci aiutano a far nascere in noi la consapevolezza del fatto che, all’interno di un testo, tutti i contenuti devono essere armonizzati tra di loro.  

Il passaggio del giornalismo al mondo digitale ha reso necessaria una rivisitazione della forma, e non solo dei contenuti. In un’era in cui l’immagine ha sempre più peso, l’aspetto di un giornale e, a maggior ragione, di un magazine online, deve essere costruito con attenzione per creare il giusto equilibrio tra testo, scrittura e fotografie, illustrazioni o video.  Il ruolo del designer assume sempre più importanza man mano che il racconto giornalistico diventa visuale, come sottolinea questo articolo della Columbia Journalism School.

Le immagini devono essere posizionate attentamente perché, da un lato, non devono interrompere il flusso del testo, e dall’altro devono costituire un punto d’appoggio per il lettore. Ciò significa che il processo creativo è cambiato totalmente: oggi giornalisti e designer devono lavorare a stretto contatto, perché nella progettazione dei contenuti la linea narrativa deve comprendere già tutti i materiali, visuali e testuali, che comporranno il prodotto finale.

Storytelling e giornalismo televisivo

Un articolo di Mats Ekström, del Dipartimento di Comunicazione e Media Studies dell’Università di Örebro, in Svezia, ha evidenziato quanto la competizione per guadagnare l’attenzione dei pubblici potenziali sia ormai un aspetto fondamentale del giornalismo televisivo. Lo studio descritto si è concentrato sull’analisi di informazione, Storytelling, attrazione. Queste tre modalità servono a comprendere le dinamiche del giornalismo televisivo come forma di comunicazione, che deve fare misurarsi con le differenti intenzioni e strategie per attirare gli spettatori, con i processi produttivi, con le regole e le relazioni che legano pubblico e mezzo.

Informazione, Storytelling e attrazione hanno delle caratteristiche specifiche e il modello fornito da Ekström sembra essere più funzionale e sviluppato in maniera più analitica rispetto alla classica opposizione tra informazione e intrattenimento.

Narrazione e postmodernità: l’importanza dello Storytelling giornalistico 

Occorre scomodare (e lo faccio volentieri) Zygmunt Bauman e Jean-François Lyotard per capire il problema del racconto della postmodernità. Non c’è nulla, forse, come il concetto di modernità liquida capace di spiegare a cosa stiamo assistendo: alla “fine dei contratti”, come la chiamo io, ma soprattutto a un indebolimento delle strutture pubbliche e sociali che porta dritti a un senso diffuso di smarrimento delle identità singole e collettive. In un mondo sempre più competitivo, ci insegna dal canto suo Lyotard, le grandi narrazioni che ci hanno accompagnato lungo il percorso di svelamento della modernità non funzionano più. Sono diventate sterili, non ci convincono. Non ci crediamo perché, sotto sotto, sappiamo non essere più funzionali a descrivere un mondo che ha perso i suoi confini solidi. L’insistenza sullo Storytelling, aggiungo io, nasce anche da questa crisi, e ne è prova il bisogno di imprese e professionisti di sperimentare un nuovo modo di raccontarsi, detto appunto Storytelling aziendale. Perché lo Storytelling è importante? Perché è una comunicazione critica, adatta cioè ai periodi di crisi: aiuta a ricucire la ferita tra un Autore che racconta – figura su cui insisto molto nel mio manuale di scrittura creativae il proprio pubblico. Perché permette di ricostruire un orizzonte di valori, soprattutto in relazione a un fenomeno che preoccupa non poco: la progressiva scomparsa dell’opinione pubblica, apparentemente preda di fanatismi, violenze, percezioni erronee della realtà, fake news e post verità.

Alcuni esempi di Storytelling nel giornalismo

L’unione di contenuti visuali e testuali ha dato vita a esempi virtuosi di Storytelling nel giornalismo: dall’attualità ai temi scientifici, fino alle inchieste investigative, quest’arma narrativa e informativa può davvero essere efficace. Sfruttando le potenzialità del Web, infatti, si possono per prima cosa rendere accessibili a molte più persone dei temi difficili, che nell’approccio diretto del Visual Storytelling trovano nuova forza comunicativa. Le immagini, inoltre, sono un potentissimo veicolo di emozioni. Ecco allora alcuni progetti di Storytelling giornalistico che vale la pena conoscere.

  • Where Would 10.8 Million Displaced Syrians Fit?Al Jazeera America. In questo progetto, creato inizialmente nel 2013 e aggiornato nel 2015, Al Jazeera ha utilizzato i dati relativi alle città americane, per dare la misura delle migrazioni dalla Siria durante la crisi dei rifugiati in Europa.
  • Ghost BoatMedium. Ghost Boat è stato realizzato unendo contributi di singoli utenti e di gruppi, per indagare sulla sparizione di una nave con a bordo 243 migranti. Il racconto parte dalla storia di Segen, una rifugiata eritrea partita dalla Libia la mattina del 28 giugno del 2014 insieme alla figlia Abigail.
  • 10 Years After KatrinaNew York Times. Video full screen e mappe per osservare da vicino New Orleans, i luoghi colpiti, i cambiamenti demografici e le aree allagata, a dieci anni dall’uragano Katrina. Materiali e racconti dettagliati raccontano la città e i cambiamenti che ha subito dopo questo traumatico evento.

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